“Quello di oggi è un passo importante, era un dovere superare gli ostacoli e trovare un’intesa che ci consentisse di trovare una proposta che sia vincente, convincente e alternativa a queste destre. Questo passo rende le elezioni veramente contendibili”, commenta il segretario dem Enrico Letta sull’accordo raggiunto e aggiunge: “Ci siamo assunti una responsabilità per l’Italia perché non è immaginabile che dopo il governo Draghi il nostro Paese passi a un’esperienza del governo delle destre guidata da Meloni o da altri esponenti di queste destre. Come Pd abbiamo iniziato e continueremo la discussione sia programmatica, sia per la campagna elettorale, con altre liste, sono liste con cui abbiamo un rapporto fondamentale”, dice Letta.
Anche Carlo Calenda esprime soddisfazione. “Oggi si riapre totalmente la partita. Siamo solidi, compatti, andiamo a vincere queste elezioni. Niente è scritto. Quando uno si sente la vittoria in tasca di solito va a casa e finirà così. Oggi finisce ogni polemica, finisce il pre-partita, inizia la partita e la vinciamo“, dice il leader di Azione. Poi il commento su un eventuale accordo con Italia Viva: “Renzi? Le porte sono aperte a tutti per discutere. Io ci ho pensato molto. È del tutto evidente che la rottura in questa fase paga quasi sempre dal punto di vista dei numeri, ma non si fa politica per i numeri, si fa per fare qualcosa di buono per il Paese. Non credo che nessuno abbia mai messo veti dal punto di vista coalizione”.
Per il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova “la possibilità di costruire un patto elettorale, quello a cui abbiamo dato vita oggi, con il Pd, deve viaggiare su due elementi: da una parte la definizione di alcuni punti programmatici comuni. Non abbiamo un programma comune, ma ci sono alcuni elementi, il pnrr, la agenda Draghi anche sull’energia, che devono essere punti comuni. Dall’altra parte, dei criteri per la definizione della parte che ci unirà, cioè l’elenco dei candidati agli uninominali”.
I punti principali dell’accordo
“Le prossime elezioni sono una scelta di campo tra un’Italia tra i grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell’Europa. Partito democratico e Azione/+Europa siglano questo patto perché considerano un dovere costruire una proposta vincente di governo“. È quanto si legge nel patto elettorale siglato dai tre partiti. Le parti, a quanto si apprende, si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza. “Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5s (usciti nell’ultima legislatura) e gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura)”.
I tre partiti hanno stabilito poi che la totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale.
L’agenda Draghi
Le parti riconoscono l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin. Per quanto riguarda le conseguenze del mutato scenario internazionali in ambito energetico, “Pd e Azione/+Europa si impegnano a mettere in campo le politiche pubbliche più idonee per garantire l’autonomia del Paese attraverso un’intensificazione degli investimenti in energie rinnovabili, il rafforzamento della diversificazione degli approvvigionamenti per ridurre la dipendenza dal gas russo, la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile”.
Salario minimo
“In ambito economico e sociale, le parti s’impegnano a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva Ue e una riduzione consistente del ‘cuneo fiscale’ a tutela in particolare dei lavoratori“, si legge poi nell’accordo. Per quanto riguarda il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive, le parti si impegnano a chiedere che sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi. Inoltre, le liste del Partito democratico e di Azione/+Europa parteciperanno alla campagna elettorale guidate da Enrico Letta, frontrunner per i democratici e progressisti, e Carlo Calenda, frontrunner per Azione/+Europa e liberali”.
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