“Voto fuorisede, per una soluzione i tempi ci sono”. L’appello del Consiglio nazionale giovani

La presidente Pisani: “Necessario scongiurare il rischio di escludere ancora una volta più del dieci per cento dei cittadini elettori”

“Ci sono ancora i tempi per trovare una soluzione prima del voto del 25 settembre che consenta ai nostri ragazzi fuorisede di esprimere la propria preferenza politica”. Questo l’appello di Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio nazionale dei giovani, l’organo consultivo allarmato dalla possibilità – in mancanza di una legge ad hoc – che circa cinque milioni tra studenti e lavoratori lontani dalla propra residenza non possano partecipare al voto.

“Ci sono ancora i tempi per trovare una soluzione prima del voto del 25 settembre che consenta ai nostri ragazzi fuorisede di esprimere la propria preferenza politica”. Questo l’appello di Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio nazionale dei giovani, l’organo consultivo allarmato dalla possibilità – in mancanza di una legge ad hoc – che circa cinque milioni tra studenti e lavoratori lontani dalla propra residenza non possano partecipare al voto.

Fuorisede voto all’estero

In tutto il mondo diversi Paesi, tra cui Stati Uniti,  – continua la presidente Pisani – Francia e Germania hanno adottato valide alternative per facilitare la partecipazione elettorale; è il caso, ad esempio, del voto per corrispondenza garantito ad un’ampia categoria di elettori che non possono esprimere il proprio voto nel comune di residenza. L’Italia, di contro, è il Paese con il minor numero di modalità alternative per votare, a svantaggio soprattutto di studenti e lavoratori fuorisede. Una difficoltà, questa, tra le principali cause dell’astensionismo involontario che porta troppi ragazzi e ragazze a non partecipare al voto per motivi indipendenti dalle proprie scelte.”

Secondo il Consiglio nazionale dei giovani, “per quanto la crisi di governo fosse per tutti inaspettata, è in ogni caso inaccettabile che si sia arrivati, ancora una volta, alla vigilia delle elezioni politiche senza aver introdotto norme chiare a tutela dell’esercizio del voto per circa cinque milioni di fuorisede. È una situazione paradossale se consideriamo che è, invece, garantito da tempo il voto degli italiani all’estero per corrispondenza.”

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