Test di Medicina, Federico II e Palermo rispondono a Corriereuniv sulle lettere di Bernini: “Noi trasparenti, nessuna denuncia e sorveglianti maggiori di quelli consigliati”

“Un problema di numeri, sicuramente una banca dati pubblica e con un numero di quesiti ristretto ha aiutato gli studenti a memorizzare”
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“Nessuna contestaziome, i 57 punteggi migliori spalmati su 20 aule, più sorveglianti di quelli consigliati: per noi la prova è andata bene e nella prossima riproporremo queste modalità”. É la risposta a Corriereuniv.it del prof. Marcello Ciaccio, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo, uno degli atenei che nei giorni scorsi è stato raggiunto da una delle missive del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini dopo le polemiche per il primo dei due test d’accesso a Medicina di questa estate che ha visto gli atenei del Sud dell’Università di Napoli Federico II, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e Università degli Studi di Palermo tra gli atenei con i punteggi maggiori, tre volte il numero delle prove perfette della Statale di Milano. La richiesta era di fornire “con cortese sollecitudine informazioni precise sulle modalità di svolgimento della prova”.

“Quella del test è una sfida che facciamo da molti anni – afferma a Corriereuniv.it il prof. Giovanni Esposito, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli Federico II – e gli spazi della sede di Monte Sant’Angelo che abbiamo usato si presta al maggior controllo possibile”. Anche nell’ateneo napoletano sono stati usati più controllori di quelli consigliati dal ministero. Nessuna denuncia o segnalazione di anomalia da parte dei partecipanti.

Il racconto della prova a Palermo

“Gli studenti erano distribuiti in venti aule, tutte climatizzate, informatizzate, con un numero di sorveglianti superiore al numero che il ministero consiglia, uno ogni 18/20 partecipanti – racconta il prof. Ciaccio -. Abbiamo anche fatto un’altra verifica: quella di concentrazione di coloro che avevano avuto un risultato eccellente se fossero tutti in una sola aula o fossero dispersi e abbiamo verificato che erano più che dispersi nelle venti aule”. Come si spiega questi risultati così buoni degli studenti il docente dell’ateneo siciliano? “Noi riteniamo che il trend del punteggio medio negli anni ha avuto un trend in aumento, perché nel 2021 è stato di 68.5, nel 2022, di 73.1, quest’anno la media è ulteriormente salita in tutti gli atenei e questo lo mettiamo in relazione dal fatto che quest’anno è stato possibile avere a disposizione un numero non elevatissimo di domande, 3500, abbia consentito una preparazione migliore”.

Nessuna contestazione da parte degli studenti, quando in prove del genere solitamente ce ne sono. Solo un caso: un penna anomala. “Per esempio – continua Ciaccio – in un’aula dove c’erano 140 studenti uno solo ha ricevuto 90. Quindi tutto si è svolto nella trasparenza e normalità. I dati sono pubblici: 2745 studenti spalmati in venti aule. Dei 57 su 2745 con il miglior punteggio non erano concentrati. Con la banca dati pubblica si può supporre, visto il numero, che molti studenti con una buona memoria abbiano imparato mnemonicamente le domande”. Intanto il rettore dell’università, Massimo Midiri, sta risponendo alla missiva di Bernini. “Per noi la prova è andata bene quindi riproporremmo le modalità della prima prova che sono buone. Gli studenti che si presenteranno alla seconda prova probabilmente faranno meglio della prima e probabilmente avranno un punteggio più alto”.

Il test di Medicina alla Federico II

Anche qui il rettore non ha ancora risposto alle missive del ministro. “Le posizioni ufficiali devono essere prese nel merito dei fatti”, sottolinea il prof. Giovanni Esposito. “Credo che la procedura in linea generale sia andata bene, come anche altre prove vengono fatte, c’è un’esperienza accumulata dal gruppo di Ateneo – racconta -. Non ci sono state grandi problematiche. Abbiamo quasi svuotato gli uffici di ateneo per coinvolgere molte persone. Non abbiamo avuto problematiche da parte degli studenti, abbiamo avuto dei feedback anche da parte dei giornalisti che erano fuori agli ingressi per le interviste e non hanno raccolto nessun commento di eventuali problematiche. Neanche dopo ci sono stati commenti o denunce ufficiali come magari è capitato negli anni scorsi”.

Anche qui viene evidenziata l’eventuale problematica del database ristretto. “Su questi numeri c’è un problema di tipo matematico, non credo che gli studenti del Sud siano migliori o peggiori di quelli del Nord, anche se credo che se questa cosa fosse capitata in atenei del Nord nessuno si sarebbe scandalizzato. Chiaro che se il sistema ha un database online con un numero di quesiti basso è più facile memorizzare per i partecipanti all’esame”.

Il 30 luglio sarà la volta della seconda prova, uguale a quella del 28 maggio. “Abbiamo dato delle indicazioni di cercare di attuare un controllo ancora maggiore benché non riteniamo ci siano state problematiche sotto questo profilo. Certo, essendo un grande ateneo ed essendo quella data così in là con il periodo estivo, dovremo fare uno sforzo maggiore per mantenere lo stesso numero di personale per avere la stessa qualità e trasparenza della prova scorsa. Questo non ci spaventa. Come Scuola di Medicina abbiamo identificato i membri della commissione di coordinamento in personale qualificato con una forte esperienza in fatto di questo tipo di test. Saremo pronti”.

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