È ancora sotto shock ma il peggio sembra essere passato: è tornata a casa Elisabetta Condò, la professoressa aggredita a colpi di coltello la scorsa settimana da uno studente in una scuola di Abbiategrasso.
“Sto meglio, il braccio e la testa sono ancora doloranti. Sono sotto dolorifici e antibiotici, tra un mesetto toglierò il gesso. Poi mi attende una lunga riabilitazione ma spero di ritornare in classe a settembre – ha detto la docente in un’intervista al quotidiano La Repubblica – Quel giorno non mi sono resa conto subito di essere stata accoltellata. All’inizio pensavo di essere stata colpita da qualcosa che cadeva dal soffitto, magari un lampadario. Ero di spalle piegata su un banco, ho sentito il primo taglio fortissimo al collo. Ho girato il braccio per difendermi e ho sentito i fendenti dall’alto che mi colpivano. È durato tutto pochi secondi”.
Sulla motivazione che abbia spinto lo studente ad aggredirla la docente non riesce ancora a trovare una spiegazione valida. “Quel giorno avrei dovuto interrogarlo in Storia ma era una interrogazione programmata perché ne aveva saltata un’altra qualche giorno prima perché era assente – ha spiegato la professoressa Condò – Non aveva particolari debiti quindi a mio avviso non rischiava l’anno. C’era qualche criticità dovuta soprattutto alle assenze al comportamento che aveva tenuto negli ultimi tempi ma niente di grave”.
La docente poi esprime rammarico per non aver ricevuto le scuse da parte della famiglia del ragazzo. “Gli auguro il meglio, spero che riesca a recuperare la serenità. Il mio auspicio è che venga curato nel modo migliore, e che non resti in carcere. Non ho mai creduto e non credo che sia utile. Spero che per lui vada tutto per il meglio – ha detto – Mi è dispiaciuto molto non aver avuto dalla famiglia nessun tipo di contatto o comunicazione, magari tramite l’avvocato. Non me lo aspettavo dal ragazzo, che è sicuramente sotto choc, ma almeno dai genitori mi sarei attesa un’espressione di vicinanza o dispiacere. Nessuna parola. Comunque, non porto nessun rancore. Voglio che il mio studente recuperi equilibrio e normalità”.
Sulla polemica interviene il preside dell’istituto “Alessandrini” Michele Raffaeli: “I genitori le scuse le hanno fatte a me. C’è comprensione per la situazione della famiglia, che è ben consapevole della gravità dell’accaduto – ha detto la dirigente sempre a Repubblica – Ho comunicato subito all’interno della scuola l’attenzione e la costernazione dei genitori, le scuse non sono mancate. Quando hanno parlato con me, ho fatto sentire ai genitori la nostra vicinanza e la nostra preoccupazione nei confronti del ragazzo. Perché per noi gli studenti che sbagliano non vanno allontanati ma, al contrario, accolti e aiutati perché si riprendano dalla caduta. Quando ho accompagnato il ragazzo in ambulanza, dopo il fatto, era paralizzato e guardava nel vuoto. Appariva assolutamente calmo, ma non era in sé”.
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