Bologna, Perugia e Torino sono al vertice della classifica Censis sulle Università italiane. Il rapporto esamina in primo luogo le immatricolazioni. Per il quarto anno consecutivo, nell’anno accademico 2017-2018 si è registrato un aumento delle immatricolazioni (+1,3% rispetto all’anno accademico precedente). L’istruzione universitaria è stata scelta dal 47% dei 19enni. Sono i gruppi disciplinari economico e ingegneria industriale e dell’informazione ad assorbire le quote più alte di immatricolati (rispettivamente, il 15,5% e il 12,5%).
Tra i mega atenei statali (con oltre 40mila iscritti) mantiene la prima posizione in graduatoria l’Università di Bologna, con un punteggio complessivo pari a 90,8. Segue, come l’anno scorso, l’Università di Padova (88,7). Al terzo posto quella di Firenze(86,3) che, pur incrementando di tre punti l’indicatore relativo alla dotazione di strutture per gli studenti, scende di una posizione. La Sapienza di Roma è stabile al quarto posto (84,3), inseguita dall’Università di Torino (83,0), che sale dal settimo al quinto posto e supera Pisa (82,5), che retrocede al sesto. Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II, preceduta dall’Università di Catania. L’Università di Bari è terzultima e sostituisce la Statale di Milano, che guadagna una posizione.
Tra i grandi atenei l’Università di Perugia è ancora al vertice della classifica (da 20.000 a 40.000 iscritti), con un punteggio complessivo pari a 91,2. Tiene la seconda posizione l’Università della Calabria (90,2), che vede aumentare di 4 e 3 punti rispettivamente gli indicatori relativi alle strutture per gli studenti e all’internazionalizzazione. Mantengono la terza e la quarta posizione le Università di Parma e di Pavia (rispettivamente, 89,7 e 88,0 punti). Al quinto posto si afferma l’Università di Modena e Reggio Emilia (87,3), che rimpiazza l’Università di Cagliari, scivolata in nona posizione (83,5), soprattutto a causa della perdita di 13 punti per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti e di 5 punti nell’internazionalizzazione. Segue al sesto posto l’Università di Salerno, che guadagna otto posizioni grazie agli incrementi dei punteggi per borse di studio, strutture, servizi digitali. Penultima tra i grandi atenei è l’Università di Roma Tre(79,0 punti). Chiudono la classifica, con il punteggio ex aequo di 75,5, le Università della Campania e di Chieti e Pescara.
È l’Università di Trento, invece, a guidare la classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), con un punteggio complessivo pari a 97,0. Con un incremento di 9 e 7 punti rispettivamente negli indicatori relativi alle strutture per gli studenti e all’internazionalizzazione, l’ateneo guadagna due posizioni rispetto allo scorso anno e rimpiazza l’Università di Siena, che passa al secondo posto con 95,3 punti. La terza posizione è condivisa dagli atenei friulani: l’Università di Trieste e l’Università di Udine ottengono lo stesso punteggio di 91,2. Sono entrambe in ascesa, provenendo dalla quarta (Trieste) e dalla nona posizione (Udine): borse di studio, strutture per gli studenti, comunicazione e servizi digitali sono gli indicatori che, con diversa intensità, hanno agevolato la scalata della classifica. Invece scende dalla seconda alla quinta posizione l’Università di Sassari, penalizzata dalla perdita di 12 punti nell’indicatore sulla internazionalizzazione. Chiudono il ranking, rispettivamente all’ultimo, penultimo e terzultimo posto, l’Università di Napoli L’Orientale, Infine nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) primeggia anche quest’anno l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 93,0. Anche la seconda e la terza posizione restano invariate. Seconda è l’Università di Foggia (82,2), incalzata in terza posizione dall’Università di Cassino (82,0). Il quarto e il quinto posto sono occupati dalle Università della Basilicata (81,3) e dell’Insubria (80,5), che risalgono ciascuna di due posizioni. In penultima e ultima posizione ci sono rispettivamente l’Università del Sannio e l’Università del Molise.
Tra i grandi atenei non statali (oltre 10.000 iscritti) in prima posizione c’è anche quest’anno l’Università Bocconi (96,8), seguita dall’Università Cattolica (87,4). Tra i medi (da 5.000 a 10.000 iscritti) la Lumsa si colloca in prima posizione (90,0), seguita con un distacco minimo dalla Luiss (89,8), mentre lo Iulm è al terzo posto (83,0). Tra i piccoli (fino a 5.000 iscritti) la Libera Università di Bolzano continua a occupare il vertice della classifica (con un punteggio complessivo pari a 102,4), seguita dalla Liuc Università Cattaneo (91,0) e dall’Università Roma Europea (83,6), che passa dalla ottava posizione dello scorso anno alla terza. Chiude la graduatoria l’Università Lum Jean Monnet, preceduta dall’Università della Valle d’Aosta.
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