Il Tar del Lazio ha accolto il maxi ricorso di circa 9 mila studenti che, non avendo passato il test di medicina per l’anno accademico 2014 – 2015, avevano deciso di seguire le vie legali. “Si tratta di un risultato epocale”, commentano Michele Bonetti e Santi Delia, i due avvocati che hanno portato avanti il maxi ricorso. I 9 mila studenti, adesso, potranno portare a termine la propria iscrizione nelle facoltà di Medicina prescelte, raddoppiando così di fatto il numero di aspiranti medici inizialmente previsti dal Miur.
“L’ultima volta che ci fu un numero così consistente di ricorsi accolti – spiega l’avvocato Bonetti – il ministero dell’Istruzione dovette cambiare la legge. Parliamo del 1999. Una cosa è certa: questa vittoria deve indurre il legislatore a cambiare il sistema. Non si può andare avanti a colpi di sentenze sul diritto allo studio”.
Quello del 2014 – 2015, fu uno dei test d’ingresso più discussi in assoluto a causa di diverse irregolarità come il plico mancante nella sede dell’Università di Bari e numerose segnalazioni per violazione dell’anonimato segnalate in diverse altre sedi.
“Sono sentenze storiche, che segnano un passo avanti decisivo nella battaglia contro questo sistema di accesso, il quale preclude ogni anno a migliaia di studenti la possibilità di frequentare il corso di studi che avevano immaginato per il proprio futuro – commenta Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – Gli studenti iscritti in sovrannumero hanno dimostrato di aver diritto di studiare ciò che avevano scelto nel modo più semplice possibile: frequentando le lezioni e dando esami”.
“Queste sentenze – spiega il coordinatore UDU – rappresentano la migliore risposta a chi vorrebbe una riduzione dei posti messi a bando per il prossimo anno accademico: è ormai evidente che il numero chiuso non funzioni. Per il solo anno accademico 2014/2015 un numero di studenti doppio rispetto a quello previsto ha avuto la possibilità di iscriversi a Medicina. Ogni giorno il TAR è chiamato ad intervenire su più fronti, per garantire agli studenti diritti negati da un sistema ingiusto, che preclude in maniera folle e insensata l’accesso all’università. E’ paradossale, però, che il riconoscimento e la tutela del diritto ad accedere al percorso di studi scelto venga negato ogni anno dal MIUR”.
“Ogni giorno il muro rappresentato dal numero chiuso si va sgretolando sempre più – conclude Dionisio – Questo sistema sta implodendo nelle sue contraddizioni: è notizia di oggi che il giudice civile di Caltanissetta ha confermato la legittimità dei corsi di Medicina e professioni Sanitarie dell’università romena Dunarea a Enna, rigettando il ricorso presentato dal MIUR, e aprendo la strada a quest’ennesima presa in giro. Il governo deve assolutamente farsene una ragione e assumersi la responsabilità politica, e non solo, di recepire quello che è l’indirizzo che come studenti stiamo indicando da anni, e che oggi trova il definitivo supporto della giustizia amministrativa”.
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