Padova celebra gli 800 anni di storia della sua Università con una cerimonia solenne con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo. Presente anche la ministra dell’istruzione, Maria Cristina Messa. Con l’apertura dell’800° anno accademico prende il via un anno di manifestazioni che, oltre a celebrare gli 8 secoli di storia di un’istituzione che ha avuto, tra gli altri, docenti come Galileo Galilei, e ha segnato con i suoi studenti e gli insegnanti momenti importanti del Rsorgimento e della Resistenza al nazifascismo. Oggi l’Ateneo del Bo è un’Università che guarda al futuro, con le eccellenze nel campo della medicina, della ricerca, che si segnala come centro prestigioso e di divulgazione scientifica, e che conta quasi 70mila iscritt tra Padova e le altre sedi diffuse nella tregione.
“Registro con soddisfazione la netta prevalenza di interventi al femminile. È un bel segnale in questa giornata” ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo il suo intervento all’università di Padova. Prima del capo dello Stato erano intervenuti diversi oratori con una netta prevalenza femminile. Mattarella è poi entrato nel cuore del suo discorso: “Dobbiamo rimanere uniti nella difesa della libertà e della democrazia. Questo è il patrimonio da difendere che ci spinge a non chiudere gli occhi. È importante garantire la libertà a tutti e la si ottiene pienamente soltanto se la ottengono anche gli altri. Tutto ciò spinge a non chiudere gli occhi, a impegnarsi a riaffermare il diritto internazionale. Sono questi i valori che vanno difesi attivamente”, ha aggiunto il capo dello Stato. “La libertà non è divisibile, né socialmente né territorialmente – ha proseguito il Presidente -, si ottiene pienamente soltanto se ne godono anche gli altri, si realizza insieme a quella degli altri. Non c’è libertà piena se gli altri ne sono privi. Questo vale all’interno di un Paese, vale nella comunità internazionale. Questo spinge a non chiudere gli occhi, a impegnarsi perché venga ripristinato il diritto internazionale e venga riaffermata quella catena di valori che dalla libertà si articola: l’uguaglianza, la solidarietà, valori che vanno coltivati, difesi attivamente”.
Studenti: “Vergogna per gli applausi in Senato sull’affossamento del Ddl Zan”
Un attacco ai senatori che hanno bocciato il ddl Zan a Palazzo Madama è venuto stamane, nella cerimonia ufficiale, dalla rappresentante degli studenti dell’Ateneo. “Mi chiedo – ha detto Emma Ruzzon, di Monselice, presidente del consiglio degli studenti parlando davanti al presidente Mattarella e alla presidente del Senato, Casellati – come possa considerarsi libero un Paese in cui i senatori della Repubblica possono permettersi di applaudire pubblicamente l’affossamento di un ddl che, in minima parte, mirava a tutelare la libertà di esistere di persone, cittadini, di uno Stato che continua a chiudere gli occhi davanti alla sua transomofobia“.
Mattarella: “Cultura antidoto alla superbia”
“L’antidoto alla superbia è la cultura. Questo sottolinea l’importanza dei luoghi dove si distribuisce, si elabora, si approfondisce la cultura. Questo fanno i nostri Atenei: l’antidoto alla superbia, alla prepotenza, all’arroganza, alla violenza è la cultura”. Mattarella, ricordato le figure dei due docenti Concetto Marchesi ed Ezio Franceschini, “divisi da concezioni filosofiche, divisi anche dai successivi impegni nella società, ma uniti strettamente nella difesa della libertà e nell’aspirazione alla democrazia. Ecco – ha aggiunto – questo è il patrimonio che dobbiamo difendere, quello che spinge a non chiudere gli occhi di fronte a quanto accade nel nostro Paese o altrove in sede internazionale, particolarmente nel nostro continente”.
Mattarella ha aggiunto che “c’è l’esigenza di tornare ai valori dell’Europa, un tessuto di valori comuni che attraversa i popoli europei non può essere sacrificato, lacerandosi, di fronte alla prepotenza dell’uso della forza e di imporre con le armi le proprie scelte agli altri”. I valori europei di pace e libertà oggi “stridono con l’aggressione di un Paese confinante, più grande e più forte. Ciò ci pone di fronte a degli interrogativi: risulta inatteso e sorprendente il tentativo di far retrocedere la storia da chi pretende con la violenza delle armi di imporre le sue scelte a un Paese meno grande e meno forte”. Questi valori non possono essere “sacrificati lacerandosi” rispetto alle risposte da dare.
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