Non solo ricostruirla, ma ampliarla allargando le sue vedute sul mondo. L’idea di trasformare l’università in un ateneo internazionale sul modello dell’European University di Budapest arriva da Paola Inverardi, preside della Facoltà di Scienze dell’Aquila.
L’obiettivo è di andare avanti, non racchiudendosi in un nazionalismo sterile, ma aprendosi a nuovi corsi di studi, casomai in associazione con sedi straniere, master o lauree avanzate per rimettere in piedi un processo formativo valido a livello europeo.
Questo il sogno e il progetto che la docente Inverardi ha raccontato sulle pagine del Venerdì di Repubblica. “ Il modello dell’università – ha sottolineato la preside – dovrà essere anche quello del territorio. Occorre spostare l’attenzione da un livello locale ad un livello internazionale. Una realtà che è già cominciata. Abbiamo avuto – continua – attestati di grande stima da parte delle migliori istituzioni internazionali che hanno già mostrato la volontà di collaborare. La città e l’università sono capaci di diventare un teatro di sperimentazione per la migliore attività di ricerca”.
A sostegno del suo progetto, anche un sito www.ideaforlaquila.org, dove lanciare appelli e proporre la propria visione di città ed Università. “Come ricercatori dell’Università dell’Aquila – scrivono i promotori, la professoressa Paola Inverardi (docente di Informatica) e il professor Simone Gozzano (docente di Filosofia della Scienza) – ci troviamo dinanzi ad un periodo di ricostruzione che sarà lungo, faticoso ed estremamente stimolante. Abbiamo bisogno della vostra creatività, competenze, conoscenze tecniche, sostegno, attenzione di lungo periodo”.
“La visione che abbiamo in mente – sottolineano gli ideatori del sito – è quella di realizzare una città che sarà a partire dalla città è stata. Invitiamo dunque ricercatori e studenti a considerare L’Aquila come una città medievale in una nazione/mondo moderno, come un laboratorio aperto, un ideale teatro di applicazione e un “dimostratore” dove le nuove tecnologie e gli studi storici possono essere sviluppati fianco a fianco”.