Il suo simbolo era un teschio,,lo metteva dappertutto Alexander McQueen, sulle magliette, sui bottoni delle borsette o sui famosi foulard colorati, che erano diventati il feticcio di tutte le star più glamour. Un teschio, come dire a metà tra vita e morte, tra sogno e realtà, esattamente come la sua moda che riusciva a unire sempre e infaticabilmente passato e futuro, con quei tratti punk e romantici, un po’ borchie e un po’ seta.
Si è suicidato ieri Alexander McQueen, il genio, il ragazzo prodigio che dall’impeccabile Londra sartoriale ha fatto il giro del mondo, lasciando a occhi sbarrati le case di moda più famose che se lo contendevano come designer.
Sul motivo del gesto estremo non si hanno notizie certe, ma si pensa che la sua voglia di farla finita sia derivata dalla recente scomparsa della madre. McQueen si è impiccato proprio il giorno prima del suo funerale, previsto per oggi.
Il genio quarantunenne non ce l’ha fatta ad assistere alla dipartita della madre e sembra aver preferito seguirla.
Il mondo della moda è sconvolto dall’atto di McQueen: dalla direzione di Vogue America André Leon Talley parla dello stilista come un innovatore di talento incomparabile, la cui perdita lascia un segno profondo nel fashion system.
Modelle, colleghi e conoscenti hanno espresso il loro profondo dispiacere inviando messaggi di cordoglio; da Donatella Versace a Kate Moss, il sentimento predominante è lo spaesamento, lo shock: nessuno era pronto a vedersi spegnere così presto una delle stelle più brillanti delle passerelle mondiali.
La storia di McQueen inizia presto, a sedici anni: si fa conoscere a Londra come un vero talento della sartoria.
Il suo genio creativo non tarda ad ammaliare case di moda e le più grandi industrie del lusso: il suo stile è innovativo, eccentrico ma artistico.
Alcune tra le sue creazioni sembrano vere e proprie visioni, a metà tra un libro di fiabe e un futuro dall’anima rock.
Il significato dei teschi che Alexander McQueen usava per scherzare, giocare e provocare, ci appare tristemente capovolto.
Carlotta Balena
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