Il rientro nelle aule scolastiche italiane di ogni ordine e grado, partito qualche giorno fa nelle regioni apripista, vede il clou nella giornata di oggi: insegnanti e studenti di Roma e Lazio tornano a scuola e le manifestazioni di protesta contro il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini si stanno moltiplicando. Volantinaggi, lutto al braccio, megastriscioni in giro per la Capitale e, in tarda mattinata, un sit-in a Viale Trastevere per contestare i provvedimenti previsti per il mondo della Scuola.
Jurassic School. A Roma e provincia sono in corso volantinaggi dell’Unione degli Studenti (Uds) davanti a molte scuole della città e della provincia. “Jurassic school, benvenuti nella scuola del passato” è il titolo del volantino. Dall’Uds il coordinatore Stefano Vitale spiega il senso della manifestazione: “Vogliamo contestare le politiche del ministro Gelmini che vuole riportare la scuola italiana indietro di vari decenni allontanandoci dal resto dell’Europa, come dimostra la riduzione di fatto dell’obbligo scolastico, il taglio drastico di investimenti, il ritorno al maestro unico alle elementari e al voto di condotta. La scuola deve essere un investimento per il futuro del Paese e non una voce di bilancio da cui attingere fondi”.
La pasionaria di Collegno. Non ha sbagliato edificio ed è tutt’altro che “smemorata”: Silvana Accossato, sindaco di Collegno, paese alle porte di Torino, “contro i rischi della Riforma Gelmini” oggi diventa maestra per un giorno. In occasione dell’apertura dell’anno scolastico andrà in una classe della scuola elementare Marconi per affiancare un insegnante. «Il mio – spiega il primo cittadino – vuole essere un gesto simbolico che esprima la preoccupazione del Comune verso quello che va profilandosi come una vera e propria messa in discussione del tempo pieno, al di là delle rassicurazioni espresse in questi giorni dal governo».
Lutto viola. Prima campanella con protesta questa mattina anche a Firenze. All’ingresso nelle aule per l’inizio dell’anno scolastico, i bambini di alcune scuole materne e elementari sono stati accolti da maestre vestite tutte di nero. Le maestre hanno atteso gli studenti davanti ai plessi scolastici, fuori dal portone, non solo con un nastro nero al braccio come altre colleghe in tutta Italia, ma con tutto l’abito dai colori del lutto e uno striscione: “No ai tagli, no al maestro unico”. Solo nelle prime elementari, all’arrivo a scuola dei piccoli studenti, la protesta è stata più sobria, con le maestre che comunque indossavano qualcosa di nero.
Precari “tutti giù per terra”. A Venezia al suono della campanella si sono stesi a terra, per dimostrare come la loro professionalità sia stata congelata dalla riforma della scuola. La singolare protesta è stata da una rappresentanza dei precari veneti: gli insegnanti hanno voluto testimoniare con una azione plateale la loro preoccupazione per i tagli previsti e per lo stato di precarietà, che per alcuni dura da vent’anni. Perplessità sono poi state espresse sulla possibilità, ventilata dal ministro Gelmini, che gli insegnanti in esubero dalla riforma del maestro unico possano trovare occupazione nel settore turistico.
Manuel Massimo
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