In base alle ultime disposizioni, l’attività viene sospesa con un caso nelle scuole d’infanzia e negli asili nido e scatta la quarantena per 10 giorni. Alle elementari, invece, si continua in presenza a fronte di un solo caso, ma con l’obbligo per tutti gli studenti di fare un tampone al giorno 0 e al giorno 5. Se invece i casi sono 2, si passa in Dad per 10 giorni. Prevista anche la quarantena per tutti, indipendentemente dal vaccino o dalla guarigione recente, al contrario di quanto avviene per la popolazione in generale e per i contatti extra-scolastici.
Per medie e superiori, si applica l’autosorveglianza con un solo caso mentre se i contagi sono due solo possono continuare le lezioni in presenza (indossando le Ffp2) per gli studenti che hanno ricevuto la terza dose, che hanno completato il ciclo vaccinale primario da meno di 120 giorni o sono guariti dal COVID-19 da meno di quattro mesi. Per gli altri, si passa alla didattica da remoto. Quest’ultima viene attivata per tutti se i contagi sono almeno tre.
Il governo sulla Dad
Nella prima conferenza stampa da inizio anno, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che per il governo è una priorità che la scuola continui in presenza e che non ha senso chiudere gli istituti prima di tutto il resto perché la scuola è un’istutuzione “fondamentale per la nostra democrazia”. Con queste parole, Draghi si rivolgeva soprattutto ai presidi e a coloro che avevano chiesto di posticiparne la riapertura a causa del grande aumento di contagi. A qualche giorno di distanza, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha fatto un bilancio.
In un’audizione alla commissione Cultura, Bianchi ha spiegato che l’88,4% degli oltre 7 milioni di studenti italiani sta continuando le lezioni in presenza, contro un 11,6% che invece le segue da remoto per un totale di 850mila ragazzi in Dad. E ancora, le classi che hanno attivato la Dad per tutti gli studenti sono il 6,6%. Un altro 13,1%, invece, lo ha fatto solo per alcuni studenti, positivi o in quarantena.
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa spiega che “sulle scuole dobbiamo tener conto di uno scenario che sta cambiando”. Nella fascia di età 12-19 anni “abbiamo un 80% di vaccinati, quindi in una classe di 20 ragazzi 16 lo sono”. A fronte di questo, “credo che possiamo semplificare e fare delle differenziazioni per garantire la didattica in presenza: è difficile sostenere che, di fronte a classi in cui l’80% dei ragazzi è vaccinato, di fronte a 2 positivi la classe debba andare in dad. Io penso che questo limite possa essere revocato”.
Possibili novità sulla quarantena
L’arrivo di possibili novità è stato annunciato anche dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Ad esempio il provvedimento di quarantena per tutti nella scuola primaria potrà essere rivistouna volta che aumenteranno le vaccinazioni anche nella fascia d’età 5-11 anni. Tra coloro che hanno tra i 5 e gli 11 anni, hanno ricevuto la prima dose 941.090 bambini, pari al 25,74% della platea di riferimento. Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, “nei bambini vaccinati con due dosi i dati confermano ottimi livelli di protezione” quindi potrebbe non essere utile né necessario far fare anche a loro la quarantena.
Una discrepanza tra le regole imposte agli alunni e quelle valide per il resto della popolazione c’è anche per i ragazzi di medie e superiori. Infatti, in generale, i vaccinati con il primo ciclo da oltre 4 mesi, o guariti da più di 4 mesi ma meno di 6 mesi, devono fare una quarantena di soli cinque giorni dall’ultimo contatto a rischio. Finito questo periodo, è possibile effettuare un test e tornare alla vita di prima a fronte di esito negativo. La sospensione della scuola, in caso di Dad, dura invece 10 giorni.
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