C’è una doppia inchiesta sull’aggressione al professore Paolo Idone, docente del Russell-Moro di corso Molise, avvenuta venerdì scorso. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, sia la procura di Torino che il Tribunale dei Minori stanno valutando in queste ore la posizione di 4 persone a vario titolo coinvolte in quella che pare una spedizione punitiva e che ora è finita sotto la lente della magistratura.
L’insegnante avrebbe rimproverato lo studente, minorenne, chiedendogli di recarsi in presidenza in seguito a un ritardo nell’ingresso a scuola. Il ragazzo avrebbe immediatamente informato il padre di quanto avvenuto, facendo scattare la ritorsione. Secondo il racconto di alcuni testimoni due uomini di giovane età sarebbero entrati all’interno della scuola per farsi indicare dal ragazzo il bersaglio da colpire. Subito dopo si sarebbero scagliati contro il professore nel cortile della scuola. Il padre avrebbe assistito alla scena. Immobile. Il primo a intervenire sarebbe stato un lavoratore del bar interno alla struttura.
Il titolo di reato ipotizzato dal pm Dionigi Tibone è lesioni aggravate a pubblico ufficiale in concorso. Ed è probabile che già oggi si proceda con le iscrizioni formali nel registro degli indagati. Una contestazione per la quale si procede d’ufficio e non è necessaria la querela di parte visto lo status giuridico del docente. Peraltro, l’altroieri, il docente è stato sentito a lungo dalla Squadra Mobile di Torino, ha risposto a tutte le domande e ha fornito la sua versione dei fatti. I due uomini individuati dai poliziotti come autori materiali dell’aggressione sarebbero legati al padre dello studente. Ma gli accertamenti degli agenti del dirigente Marco Martino continuano.
La comunicazione di notizia di reato inoltrata in procura l’altroieri sera con tanto di denuncia per i quattro, è un primo passo. Sono in corso ulteriori accertamenti soprattutto nei confronti del padre del giovane, da tempo nei radar degli investigatori per i suoi rapporti con elementi di spicco della ‘ndrangheta in Piemonte e in Calabria. Inquisito, condannato e infine assolto dal reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, è pregiudicato per possesso di arma da guerra (un kalashnikov) e favoreggiamento di un membro di una potente famiglia della malavita calabrese. A breve si tornerà in aula – in Tribunale – per discutere su un maxi sequestro di beni da 9 milioni di euro annullato dalla Cassazione e riproposto dai pm in via straordinaria. Gli atti sul giovane sono stati trasmessi per competenza alla Procura dei minori.
Il ragazzo intanto non si è presentato a scuola neanche ieri, così come non hanno risposto alla seconda convocazione della preside i suoi genitori. L’umore al Russel Moro, dove oggi si terranno un collegio docenti straordinario e un’assemblea sindacale, è grigio. «C’è preoccupazione per il percorso formativo così accidentato del ragazzo e per il danno all’immagine dell’Istituto, che si è sempre distinto per i propri programmi di qualità», commenta la professoressa Maria Ruffinengo. Sulla vicenda è intervenuta anche Gianna Pentenero, assessore regionale all’Istruzione: «A subire un grave danno, oltre al professor Idone, sono stati gli studenti e la comunità scolastica nel suo complesso. Sono pronta – aggiunge – a dare il mio contributo, partecipando alle iniziative che la scuola decida di assumere per opporsi a metodi violenti e ristabilire il proprio fondamentale ruolo all’interno della comunità».
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