In vista delle imminenti elezioni regionali del 28 e il 29 marzo, sono state riviste le regole della par condicio. I criteri adottati dalle emittenti televisive nel garantire un’equilibrata visibilità a tutti i partiti, sono stati modificati con il nuovo regolamento, approvato martedì 9 febbraio, dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza.
Le uniche possibilità per i programmi di informazione politica saranno quelle di trasformarsi in contenitori per le tribune elettorali o potranno andare in onda a patto che, parlino di tutt’altro. Fino al 28 febbraio infatti, i talk show di informazione non potranno affrontare il tema politico, né ospitare occasionalmente i politici.
Il diritto del cittadino all’informazione non può essere disatteso, non si possono operare “tagli” alla conoscenza, altrimenti si genera un meccanismo di chiusura che impedisce la libera circolazione di idee, la crescita civile e culturale di una persona. Esprimere la propria opinione in un sano dibattito politico rappresenta una delle contrafforti del sistema democratico.
In quest’ultimo periodo spesso la condizione sociale ed economica dei giovani è portata alla “ribalta”, ma quale può essere il futuro dei giovani, se assistono a fenomeni sociali e politici non rivolti alla libertà di espressione?
Trasmissioni di informazione politica, quali Porta a Porta, Anno Zero, Ballarò, In Mezz’ora, saranno sospese un mese prima del voto per le regionali. I corridoi della Rai sono increduli. Una vera e propria “mortificazione dei talk show”. Una notevole diminuzione per l’autonomia dell’informazione.
Non è certo il migliore insegnamento per le giovani generazioni. Ci auguriamo che si instauri presto un vigoroso dibattito di confronto socio-politico, ma senza “pause”.
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