Rischia di costare cara l’irruzione nel Rettorato dell’ateneo da parte di un gruppo di giovani dei collettivi universitari: cinquantuno ragazzi sono indagati dalla Procura per interruzione di pubblico servizio e violenza a pubblico ufficiale. L’occupazione dei locali è durata circa un’ora nella mattinata dello scorso 3 giugno e aveva come obiettivo la protesta contro l’aumento delle tasse.
In via Zamboni era in corso la seduta del Senato accademico che discuteva della questione. Il rettore Pier Ugo Calzolari aveva sospeso la riunione avvertendo la polizia, che era intervenuta poco dopo, quando gli occupanti avevano già appeso uno striscione con la scritta “Non un euro di più per la vostra Università”. Al loro arrivo gli agenti avevano quindi identificato 54 persone.
L’irruzione era avvenuta intorno alle 9 e ha provocato anche il “travolgimento” di un usciere, che si è ritrovato contusioni al collo e al ginocchio sinistro con una prognosi di sette giorni. Da qui l’accusa di violenza a pubblico ufficiale.
Vano però il tentativo di fermare i lavori dei vertici dell’ateneo, perché la seduta del Senato accademico era proseguita in un’altra sala. Mai come in questo periodo, infatti, l’ateneo ha bisogno di maggiori introiti visto che negli ultimi due anni ha perso circa 3000 matricole (con un calo vertiginose delle entrate provenienti dalle tasse). I ragazzi coinvolti hanno spiegato le ragioni della protesta dicendo che l’aumento delle tasse, “oltre ad essere una barriera economica, è funzionale alla costruzione di un nuovo sistema universitario, fondato su precarietà e accesso differenziato”. Un modo nuovo di concepire il sapere che proprio non riescono a mandar giù.
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