Nuovi posti di lavoro ma sempre più precari: il 13,3% dei contratti dura un solo giorno

Analisi del Ministero del Lavoro sull’andamento del mercato del lavoro nell’ultimo trimestre del 2021. Il 99% dei contratti è a tempo determinato e uno su dieci ha avuto una durata di appena 24 ore. I settori più interessati sono quelli del turismo e della ristorazione. Per quello delle costruzioni il limite è di sei mesi.

Nuovi posti di lavoro ma sempre più precari: è questa la fotografia scattata dal Ministero del Lavoro sull’andamento dei nuovi contratti stipulati negli ultimi mesi. In particolare, il dato più evidente è che il 99,1% dei nuovi rapporti di lavoro a tempo determinato attivati tra ottobre e dicembre del 2021 hanno avuto una durata di 12 mesi al massimo.

Come riporta il quotidiano La Stampa nell’ultimo trimestre dello scorso anno il 39,5% delle posizioni lavorative a tempo determinato ha avuto una durata fino a 30 giorni, il 13,3% addirittura di un solo giorno, il 29,1% dai due ai sei mesi. Una tendenza sicuramente in peggioramento: l’incidenza delle attivazioni dei contratti di brevissima durata è aumentata del 3,7 per quelli fino a una settimana, e del 5,8 per cento da uno a sei mesi. I contratti più brevi riguardano soprattutto gli alberghi e la ristorazione, mentre quelli fino a sei mesi le costruzioni.

Nell’insieme di Pubblica amministrazione, istruzione e sanità, invece, sale sia l’incidenza di quelli di brevissima durata (+5,8%) sia di quelli da uno a sei mesi (+14,9 punti), a fronte della diminuzione delle attivazioni da sei mesi a un anno (-20,1%).

Una precarietà che però fa aumentare la mole dei nuovi posti di lavoro creati in Italia negli ultimi mesi: la nota trimestrale di Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal, evidenzia un aumento delle posizioni lavorative pari a 229 mila unità rispetto ai tre mesi precedenti: sia a tempo indeterminato, con 68 mila dipendenti in più, ma soprattutto a tempo determinato, segnando un incremento di 160 mila contratti. Il saldo dei 229 mila è il risultato di 2 milioni e 619 mila attivazioni e 2 milioni e 390 mila cessazioni. Nel confronto annuo, la crescita è altrettanto marcata: complessivamente risulta pari a +618 mila posti, di cui 297 mila a tempo indeterminato e oltre la metà, 321 mila, a tempo determinato.

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