Un incontro cordiale e positivo, così lo hanno definito i delegati del CNRU. Toni bassi e volti distesi anche se la questione non era delle più semplici. A confrontarsi, il 24 marzo nella sede dell’Eur del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, c’era una delegazione di ricercatori e il consulente del Ministro Gelmini, Alessandro Schiesaro.
Sul tavolo del confronto la proposta per la risoluzione dello stato giuridico dei ricercatori corredata da più di 4000 firme. Tra le preoccupazioni il provvedimento senza previsione di finanziamenti e con alcune criticità al suo interno. Ad essere ribadita fortemente la richiesta aggiuntiva e prioritaria di inquadramento nella II fascia degli associati (con l’attuale progressione degli associati e quindi in forma onerosa, venendo incontro alle richieste di alcuni colleghi) per i ricercatori in possesso dei requisiti definiti all’interno della proposta stessa.
Il Coordinamento ha inoltre ribadito che in mancanza di adeguati finanziamenti anche l’impianto della cosiddetta “tenure track” per i giovani non sarebbe attuabile e proprio per questo si è detto disposto a soluzioni di minore impegno finanziario per l’inquadramento dei ricercatori, al fine di permettere anche ai più giovani di poter essere inquadrati nella docenza universitaria. Il CNRU infine ha richiesto una norma apposita, all’interno del DDL, per evitare il prepensionamento dei ricercatori con più di 40 anni di contributi.
Il prof. Schiesaro ha definito la proposta interessante e degna della massima attenzione dichiarando che in ogni caso sarebbe preferibile un eventuale inserimento come emendamento nel DDL piuttosto che un provvedimento a sé stante. Egli si è reso disponibile a portare in discussione la proposta presso il Gabinetto del Ministro in tempi rapidissimi.
L’incontro è già stato fissato e avrà luogo tra pochi giorni. Il relatore Valditara ha inoltre tenuto a precisare che gli emendamenti da lui presentati (e in particolare l’art.5-bis) non costituiscono un peggioramento della normativa prevista sull’impegno richiesto ai ricercatori in quanto quella parte era già chiaramente contenuta nell’art.5 della versione originale del DDL.. Resta comunque la preoccupazione del CNRU per una norma che allo stato attuale muterebbe lo stato giuridico senza alcun riconoscimento per i ricercatori e che come tale deve essere eliminata.
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