La rivolta dei prof nominati da Bianchi sui fondi per il PNRR: “Ignorate le nostre indicazioni. Sbagliato dare soldi a pioggia alle scuole”

In un lettera, pubblicata stamattina dal Fatto Quotidiano, il team di esperti scelto dal Ministero dell’Istruzione per individuare i criteri per l’assegnazione dei primi fondi (500 milioni di euro) contro l’abbandono scolastico, ha criticato le scelte del ministro Bianchi.

Scontro tra il ministro Bianchi e il team di super esperti che ha lavorato sulla ripartizione dei fondi del PNRR che riguarda la dispersione scolastica. A riportarlo è il Fatto Quotidiano oggi in edicola che riporta ampi stralci di una lettera che il gruppo di lavoro ha inviato nei giorni scorsi al Ministero dell’Istruzione contestando il meccanismo che ha portato alla ripartizione dei 500 milioni di euro stanziati per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica.

Si tratta di una prima tranche di una torta molto più corposa (1,5 miliardi di euro) che però dopo la pubblicazione del decreto 170 che ha stabilito i criteri di assegnazione ha generato una levata di scudi, presidi in testa, che trova la sua massima espressione nella lettera di protesta scritta dai membri del gruppo di lavoro sul tema nominati dallo stesso ministro Patrizio Bianchi: Ludovico Albert, Marco Rossi-Doria, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, don Marco Pagniello, Chiara Saraceno.

“Il Gruppo di Lavoro da Lei istituito – si legge nella lettera citata dal Fatto – ha consegnato al ministero un documento dettagliato che, su suo espresso mandato, intendeva: evitare assegnazioni di risorse non pienamente suffragate dall’insieme dei dati che connotano divari e fattori di esclusione degli alunni secondo un approccio multi-dimensionale; avviare un’azione di sistema solida, capace di interpretare in modo rigoroso il mandato del Pnrr e che, dunque, evitasse un’assegnazione ‘a pioggia’; promuovere stabili alleanze educative, fondate su patti civili indispensabili a raggiungere tutti e ciascun ragazzo”.

Secondo gli esperti il decreto 170 non corrisponde alle indicazioni raccolte sulla base delle linee di indirizzo che hanno condiviso con il ministro e tutte le strutture del ministero, soprattutto per quel che riguarda l’assegnazione dei fondi alle scuole visto che sono stati ignorati molti criteri: risultati test Invalsi, numero di assenze degli alunni, incidenza di alunni stranieri o con bisogni educativi speciali, adulti con basso livello culturale, presenza di giovani “Neet” (che non studiano, non lavorano e non si formano), di famiglie ampie e potenzialmente bisognose. Il decreto semplifica troppo e tiene conto solo di alcuni di questi criteri o in modo generico.

“Pensiamo che sia ragionevole indicare il finanziamento scuola per scuola perché così si evita finalmente la procedura per bando, su un tema che suggerisce, con tutta evidenza, di operare non per competizione bensì procedendo per ‘concorde adesione’ degli attori educativi che, territorio per territorio, possono comporre le comunità educanti – aggiungono gli esperti nella loro lettera – Al tempo stesso pensiamo che il decreto fa il grave errore di non condizionare la conferma dell’assegnazione dei fondi alla costituzione dell’alleanza territoriale, all’elaborazione condivisa di un progetto d’azione territoriale e di miglioramento dell’offerta scolastica tra 2022 e 2025. Si sarebbe, insomma, potuto e dovuto affiancare subito all’assegnazione delle risorse un insieme definito di cornici, indicazioni operative e regole di ingaggio, inderogabili che il documento del gruppo di lavoro conteneva. Non è davvero pensabile assegnare così tante risorse senza definire un chiaro sistema di opportunità e di vincoli per il loro uso”.

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