Una violenza continua, quotidiana con schiaffi, pugni, spintoni umiliazioni, tirate di orecchie, ai bambini, giovanissimi musulmani dai 4 ai 5 e fino ai 10 anni che sbagliavano nel recitare le preghiere islamiche,e per questo arrestato all’alba di oggi dagli uomini della Digos di Padova. Maltrattamenti che per il giovane 23enne Imam del Centro di preghiera ‘Bangladesh Cultural Center’ erano il giusto castigo verso bambini in gran parte anch’essi di origine del Bangladesh, costretti a vivere in un vero e proprio stato di terrore e pressione psicologica durante le lezioni, previste tutti i pomeriggi, sabato e domenica compresi. Maltrattamenti che gli stessi bambini avevano rivelato ai genitori, tanto che le prime segnalazioni agli investigatori erano giunti dall’interno della stessa comunità islamica e alle insegnanti delle scuole elementari, frequentate dai bambini, e preoccupate dal cambiamento di umore di alcuni loro alunni.
Le indagini hanno accertato come il 23enne indagato, nel corso delle lezioni di religione islamica che teneva quotidianamente nel quartiere euganeo dell’Arcella, maltrattava i giovanissimi allievi di età compresa tra 5 e 10 anni, abusando della qualità di imam, colpendoli ripetutamente con pugni, anche alla testa, strattonandoli e rivolgendo loro minacce.
Le indagini hanno preso il via dalle segnalazioni di alcune insegnanti all’ufficio Minori della Divisione Anticrimine della QUestura di Padova, le maestre erano preoccupate per il cambiamento di umore di alcuni alunni, tutti originari del Bangladesh. A quel punto gli investigatori hanno iniziato a raccogliere materiale, compresi video nei quali si vede l’imam minacciare e colpire i bambini ogni volta che sbagliavano a recitare le sure del Corano.
«Un ringraziamento e i miei più sinceri complimenti alla Procura e alla Digos per il lavoro di indagine che ha portato ai provvedimenti di questa mattina. I bambini non si toccano e questo lavoro intelligente delle Istituzioni per circoscrivere e reprimere fenomeni inaccettabili è il primo pilastro di una positiva integrazione per la quale tutti dobbiamo lavorare. E’ significativo e fa davvero ben sperare che l’operazione in oggetto sia frutto della consueta professionalità di Magistratura e Forze dell’Ordine in un rapporto di ascolto e collaborazione con il mondo scolastico e con la stessa comunità islamica locale».
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