Disturbi sessuali e precariato viaggiano insieme. Sempre più ragazzi fanno flop sotto le lenzuola: il male dei co.co.pro. si chiama eiaculazione precoce.
Di fronte all’incertezza lavorativa ci si aspettava che a risollevare gli animi dei ‘bamboccioni’ fosse rimasta per lo meno qualche ora di buon sesso. Niente di più falso, almeno stando ai dati raccolti dalla Società Italiana di Urologia.
Se un tempo le difficoltà erano legate all’ansia da prestazione, magari dovuta a una questione di “centimetri”, adesso a fare da freno è il posto fisso che manca. “Oggi la situazione sta cambiando – spiega Marco Carini, direttore della Clinica urologia dell’Università di Firenze – i ragazzi sono sempre più sotto pressione per motivi che esulano dalla loro sfera intima, ma che coinvolgono la la loro vita a 360 gradi. E in questo modo è anche più difficile risolvere il problema: in presenza di timori e paure legate all’approccio con l’altro sesso, attraverso il dialogo con il medico o con la partner queste difficoltà possono facilmente essee risolte. Mentre per quanto riguarda il precariato, la sensazione di non avere una base solida su cui costruire il proprio futuro non è un elemento a cui si può smettere di pensare”.
“Entro il 2009 – continua Carini – dovrebbe essere approvato in Italia un nuovo farmaco che promette di combattere l’eiaculazione precoce e che nei trial chimici ha mostrato di fornire un’ottima risposta al problema”.
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