I consigli dei docenti per affrontare al meglio il proprio percorso di studi. Nella nostra Guida in edicola: tutti i corsi di laurea, le città dove studiare, le dritte dei laureati, gli sbocchi occupazionali e la voce delle aziende.
Tra parafarmacie e aziende farmaceutiche c’è l’imbarazzo della scelta. Quello di Farmacia è settore in piena evoluzione e sono sempre di più gli enti che richiedono professionisti in questa materia: ce ne parla il preside della facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute dell’Università della Calabria, il professor Sebastiano Andò.
Cosa significa, oggi, diventare farmacista?
Significa seguire un percorso formativo da cui possa esitare un professionista esperto del farmaco e socialmente utile, che possa diventare un interlocutore essenziale sia nei confronti degli altri operatori sanitari, nel momento in cui si deve definire un piano farmaco-terapeutico, sia nei confronti dell’attività del governo territoriale della sanità pubblica.
C’è grande affluenza presso la vostra facoltà?
Allo stato attuale la domanda formativa che si rivolge alla nostra Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute è cospicua e appena a ridosso di megatenei come Napoli, Milano, La Sapienza di Roma (circa 3.200 studenti). Tale numero comprende una quota significativa di studenti extraregionali e stranieri. A riguardo si fa rilevare che la nostra Facoltà è la prima in Italia per numerosità di studenti di nazionalità cinese (circa 150). L’ interesse per la nostra Facoltà è dovuto soprattutto alla presenza di lauree triennali innovative, spendibili sul piano occupazionale (Scienza della Nutrizione, Informazione Scientifica sul Farmaco, Tossicologia dell’Ambiente, Tecnologie dei Prodotti Cosmetici).
Che qualità deve avere lo studente ideale di Farmacia?
Deve essere uno studente con buone basi di cultura generale e di cultura scientifica in particolare. Ciò è il presupposto essenziale perché egli possa accedere ad una preparazione interdisciplinare e non monotematica, oggi del tutto obsoleta. Una preparazione che gli consenta di essere un esperto del farmaco nelle sue proprietà molecolari e di traslare queste conoscenze in una attività di counselling, propria di un educatore sanitario.
Quali sono gli esiti professionali che un neolaureato può avere?
Gli sbocchi professionali sono molti. La farmacia di comunità ricopre ancora una fascia percentualmente prevalente ma non è un’opportunità univoca in quanto il farmacista è presente laddove è richiesta la competenza specifica dei prodotti medicinali, quindi anche nelle parafarmacie e nella sanità pubblica in generale. Oggi il farmacista ospedaliero non si configura come un custode acculturato del deposito di farmaci, ma come un operatore che deve interagire con la corsia in cui ha la responsabilità sanitaria sull’uso e sulla somministrazione corretta di un farmaco. Altri sbocchi professionali sono quelli nell’ambito dell’informazione scientifica e dell’industria del farmaco, sia come operatore di ricerca che come controllore di processo produttivo.
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