Gruppo di Firenze scrive al ministro Bianchi: “Alla maturità siano ripristinati gli scritti”

Fra i firmatari anche Gustavo Zagrebelsky, Giulio Ferroni, Alessandro Barbero, Donatella Di Cesare, Chiara Frugoni, Giovanni Orsina, Renato Mannheimer.

Il Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità chiede al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi un esame di maturità che dia la priorità alle prove scritte. Lo fa con il sostegno di nome autorevoli, da Gustavo Zagrebelsky a Anna Oliverio Ferraris a Elsa Fornero a Carlo Cottarelli e altri ancora. Il dibattito in merito sull’esame di Stato è in corso da settimane: dopo due anni in cui gli scritti non sono stati fatti per motivo covid, ora sono in molti a fare pressing perché vengano ripristinati. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha assicurato che sarà un “esame vero e completo, che farà tesoro di tutto quello che abbiamo vissuto finora e consentirà alle ragazze e ai ragazzi di poter dimostrare il loro percorso al meglio”.

La Maturità con gli scritti

In attesa della decisione finale scesi in campo autorevoli professori che hanno firmato una lettera inviata a Viale Trastevere: “A quanto abbiamo letto, lei sarebbe orientato – afferma lo scritto rivolto a Bianchi – a riproporre un esame di maturità senza gli scritti come lo scorso anno, quando molti degli stessi studenti, interpellati dai giornali, l’hanno giudicato più o meno una burletta.  Nonostante i problemi causati dalla pandemia, per far svolgere gli scritti in sicurezza a fine anno molte aule sono libere per ospitare piccoli gruppi di candidati. E che l’esame debba essere una verifica seria e impegnativa è nell’interesse di tutti. In quello dei ragazzi – per cui deve costituire anche una porta di ingresso nell’età adulta – perché li spinge a esercitarsi e a studiare, anche affrontando quel tanto di ansia che conferma l’importanza di questo passaggio. Solo così potranno uscirne con soddisfazione”. Fra i firmatari anche Gustavo Zagrebelsky, Giulio Ferroni, Alessandro Barbero, Donatella Di Cesare, Chiara Frugoni, Giovanni Orsina, Renato Mannheimer. Proseguono: “Non si tratta solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno); ma di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti”.

Il pressing

Secondo Paolo Crepet, psichiatra, sociologo: “A questo punto se l’esame dev’essere così mandiamogli il diploma via mail all’atto dell’iscrizione. Il problema non è il tema di italiano o no ma è il futuro di questo Paese. Si deve mantenere lo scritto in coerenza di una scuola meritocratica che rischia di sparire. Nessuno è mai morto per l’esame di maturità. Cancellare gli scritti è nelle corde di questa cultura che vuole rendere tutto più facile. Non ce l’ho con Bianchi ma c’è un aspetto cinico in questa vicenda: prima o poi i nodi arrivano al pettine magari a quarant’anni”. Il pressing non è soltanto fuori dal palazzo, ma anche all’interno dell’attuale maggioranza. Nei giorni scorsi, infatti, il sottosegretario all’Istruzione in quota Lega, Rossano Sasso, ha dichiarato: “Per la Maturità auspico fortemente che ci sia un ritorno alla normalità e alla serietà di una prova scritta che manca da due anni e la cui assenza penalizza gli studenti”.

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