Green economy, istruzione, politica, lavoro: un Giuseppe Civati a tutto campo oggi a ‘Giovani al voto’ il programma su giovani a politica del Corriere dell’Università. Il leader di Possibile, candidato alla Camera dei deputati con Liberi e Uguali, ha commentato a caldo la nomina, annunciata da Luigi Di Maio, del prof. Andrea Roventini come ministro del Tesoro di un possibile governo a 5 Stelle. “Un nome molto più cauto rispetto alla loro campagna elettorale più strong. Non ha molti dubbi sul rimanere nell’euro perché, da quello che leggo non obiezioni, non ha strane idee, non ha un atteggiamento così semplicistico sulla legge Fornero: dice quello che diciamo noi, cioè che la legge Fornero deve essere rivista”, ha dichiarato.
‘Buona scuola’ si o no? “Non ne apprezziamo molti aspetti – afferma l’ex Democrat -, occorre valorizzare il ruolo degli insegnanti e della collegialità. L’autonomia scolastica è prioritaria rispetto ad ogni aziendalismo”. Favorevole invece all’alternanza scuola-lavoro ma con una correzione che la “renda più credibile” e contro lo sfruttamento che in questi anni è stato dettato soprattutto dall’opacità delle regole, o dalla mancanza di esse. Rilanciando il cavallo di battaglia della formazione di Pietro Grasso, l’istruzione gratuita per tutti, ha ricordato l’importanza del principio di progressività fiscale che dovrebbe dare copertura finanziaria alla proposta. “Chi guadagna molto deve contribuire di più: non è che chi guadagna mezzo milione di euro smette di lavorare perché gliene chiediamo diecimila – sottolinea -. Ricordiamoci poi che chi ha di più ha guadagnato in questi ultimi anni dalla ripresa economica”. Una ridistribuzione dei redditi con una tassazione che potrebbe includere anche una patrimoniale.
La lotta all’evasione fiscale sarà centrale. “Dobbiamo assolutamente promuovere i pagamenti elettronici, alleggerendo ancora di più le commissioni, ma il nero si combatte anche con la diminuzione del contante”, ha affermato il leader di Possibile. E sul lavoro, soprattutto quello giovanile con un disoccupazione al 31,5 per cento: “La questione di salari a 3-4 euro all’ora non è sostenibile: chi lavora non deve essere povero ma essere sostenuto economicamente, alleggerente fiscalmente la tassazione con un valore aggiunto più strutturato degli 80 euro”. Infine smentisce la possibilità di un’alleanza di Liberi e Uguali con Berlusconi e Renzi: “Una dichiarazione tirata per i capelli quella di Grasso che intendeva un governo di scopo aperto a tutte le forze politiche per cambiare lal egge elettorale e tornare al voto”.
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