Tasse universitarie, nuovo dossier dell'Udu: "In Italia un ateneo su due è fuorilegge"

Gli studenti impegnati nel test per l’ingresso a Medicina al campus universitario Luigi Einaudi di Torino, 5 settembre 2017. Gli aspiranti camici bianchi sono 66.907 (erano 62.695 nel 2016). Il test è unico. I posti disponibili a Medicina e Odontoiatria sono circa 10.000 (9.100 per Medicina e 908 per Odontoiatria). Nei prossimi giorni toccherà agli altri corsi di laurea. Domani, 6 settembre, è prevista la prova per Medicina Veterinaria mentre è fissata per giovedì 7 quella per le aspiranti matricole per i corsi di Architettura. Mercoledì 13 settembre sono previsti i test per le Professioni Sanitarie. A seguire, giovedì 14 e venerdì 15, le selezioni, rispettivamente, per i corsi per Medicina e Chirurgia in lingua inglese e per Scienze della Formazione Primaria. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Solo nel 2015 le tasse universitarie in Italia avrebbero sforato i limiti di legge per 259 milioni di euro. Cifre da capogiro quelle svelate dell’Unione degli Universitari, l’associazione studentesca che si batte per i diritti degli studenti. Dopo il ricorso al giudice amministrativo alla Statale di Milano e all’Università degli studi di Torino, ree di aver chiesto più soldi agli studenti di quelli fissati per legge – un gettito del 20% rispetto il finanziamento statale al singolo ateneo -, ora arrivano dati complete del panorama universitario italiano: “In Italia un ateneo su due è fuorilegge, per quanto riguarda le tasse degli studenti”. Ad affermalo è Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu: “Il numero degli atenei fuorilegge, che violano cioè la norma, si attesta a 33 (su un totale di 59 esaminati), si registra quindi una crescita sensibile dopo i tagli dell’accoppiata Tremonti-Gelmini del 2008-2010”. 

I dati del dossier provengono direttmente dalla Ragioneria di Stato e sottolineano lo scenario sottofinanziato in cui versa l’istruzione universitaria del Bel Paese. E i ricordi ai singoli atenei non bastano. “Il problema è sistemico, non basta la nostra azione legale. È il sottofinanziamento dell’università che ha condotto gli atenei ad innalzare le tasse: nel solo 2015 la somma richiesta oltre i limiti di legge ammonta a 259 milioni di euro!”.  La causa sono appunto i tagli di tremontiana memoria, nello specifico al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) che in sette anni è passato da circa 7,4 miliardi (2008) ai 7 miliardi del 2015, con un ammanco di 369 che “sono stati scaricati sulle spalle degli studenti e delle famiglie – afferma Marchetti -. La contribuzione studentesca nel 2008 ammontava a 1 miliardo e 355 milioni, oggi è arrivata a pesare 1 miliardo e 591 milioni di euro, in crescita costante”. Gli atenei hanno scelto di sopperire alla mancanza aumentanto la tassazione che è salita di 236 milioni di euro in sette anni. “Due terzi (il 63%) dei tagli all’Università pesano direttamente sulle nostre spalle”, scrive nel documento l’Udu. 

 

Conclude la coordinatrice dell’UDU: “I rettori, molte volte, ci rinfacciano che nel 20% non rientrano le tasse degli studenti fuori corso: non è vero. Per ben due volte, sui bilanci dell’Università di Pavia del 2010, 2011 e 2012 impugnati al TAR, il Consiglio di Stato ci ha dato ragione, visto che manca un decreto ministeriale che renda attiva la “norma Monti” per lo scorporo dei fuori corso da questo conteggio. Inoltre – prosegue Marchetti –  nell’ultima Legge di bilancio è stata anche inserita un’odiosa possibile esclusione dal conteggio per gli studenti internazionali: anche in questo caso, come per i fuoricorso, pensiamo ci sia un vizio di costituzionalità. È impensabile escludere degli studenti da un conteggio piuttosto che immettere dei fondi nel sistema al fine di abbassare la contribuzione studentesca. Servono maggiori risorse: va implementata la no-tax area e si deve andare nella direzione di una graduale abolizione delle tasse universitarie, le terze più alte d’Europa.”

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