Generazione S, ecco l’Italia silenziosa ma che funziona

L’intervista ad Alessandro Rimassa, già autore di Generazione Mille Euro, e da aprile conduttore di “Generazione S”, il nuovo programma di La3 (Sky, canale 143)

Dopo “Generazione Mille Euro”, Alessandro Rimassa ritorna a raccontare il Paese in cui vive, ma questa volta attraverso un’Italia silenziosa e che funziona, attraverso le testimonianze di giovani di successo – designer, blogger, imprenditori, inventori, creativi – persone che hanno trovato una strada nel mondo del lavoro. Una Generazione S, così la definisce Rimassa, “come slash per chi ha scelto una carriera multipla; come sharing, perché ha fatto della condivisione uno stile di vita e un’opportunità professionale; come social, perché comunica nel web 2.0; anche come super, di successo, seria”. Una risposta alla fuga di cervelli, al precariato infinito, ai preoccupanti dati sulla disoccupazione, che si concretizza nel nuovo programma televisivo “Generazione S”, condotto dall’autore di “Generazione Mille Euro” e scritto con Alba Rondelli e Paola Greco.

Alessandro quali sono i profili che caratterizzano questa Italia “silenziosa ma che funziona
In Generazione S stiamo raccontando storie che apparentemente sono piuttosto diverse tra loro: chi crea start up nel web 2.0, e chi invece abbandona le città per tornare in campagna e aprire allevamenti per fare lana da cashmere, chi lascia un lavoro per scrivere e raccontare la contemporaneità coi romanzi, e chi disegna fumetti per sfondare in America. In comune però ci sono due concetti fondamentali: il fare network, cioè lavorare in gruppo supportandosi a vicenda, e l’innovare, cioè scoprire professioni e tipologie di imprese di cui c’è effettivo bisogno e che rappresentano il nuovo.

Quali sono le professioni che ti hanno maggiormente colpito per innovazione?
Paradossalmente, il recupero di quelle più vecchie attualizzate. Per esempio due ragazzi che hanno aperto una azienda di riparazione cellulari e prodotti Apple. Niente di nuovo, in apparenza. Ma la verità è che l’innovazione sta nell’usare il web per far funzionare il servizio velocemente, a basso costo e con una efficienza altissima.

Il ruolo del web 2.0 nella creazione di nuovi lavori
Il ruolo del web è duplice: da una parte velocizza i processi e permette a tutti di costruire una piccola impresa o professione e di farla conoscere. Qui sta la sua democraticità. Dall’altra il 2.0 permette di stressare al massimo il concetto di “fare network”, creando una rete di crowdsourcing che favorisce la partecipazione collettiva a processi di lavoro professionali fino a ieri impensabile. Insomma, grandi opportunità di migliorare i prodotti in tempi rapidi e con costi bassi. E poi noto che la Genrazione S è sempre più mobile e indipendente: ognuno lavora da casa sua, le autostrade sono quelle della banda larga, non quelle ricoperte di asfalto, come sostiene Beppe Grillo.

Perché ritieni che farcela in Italia sia più difficile che all’estero?
L’Italia è un Paese poco meritocratico, non trasparente nel mondo del lavoro, gerontocratico. Ai giovani si dice “Verrà il tuo momento”. Poi aggiungici una burocrazia complessa e alte spese per aprire le imprese… insomma, qui farcela è davvero difficile! Ma noi dobbiamo credere nel nostro Paese e impegnarci per cambiarlo. La Generazione S lo sta facendo.

Generazione S
dal 4 Aprile al 29 luglio,
ogni giorno su La3 (Sky, canale 143)
ore 14 e 19.30

Anna Di Russo
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