La riforma delle fasce di reddito ha creato una bagarre senza fine. La metà degli studenti si ritrova a dover pagare le tasse più alte e l’ateneo fiorentino inizia a fare il mea culpa
L’intento era quello di ridurre a quota 5 mila il numero di studenti di ultima fascia, o quanto meno di rimodulare il meccanismo di calcolo per il pagamento delle tasse, in modo da renderlo più equo ed efficiente. All’Università di Firenze nessuno si aspettava che le cose sarebbero andate come poi è successo. Eppure gli studenti lo avevano detto che la riforma avrebbe solo allargato il gruppo dei “contribuenti” con il reddito più alto. Di certo però, sarà stata una sorpresa anche per loro scoprire che nei fatti tutto questo si è realizzato con una media di 1 studente su 2, vale a dire con il 50% degli iscritti che adesso si ritrova a pagare le tasse più salate. Uno scarto particolarmente alto se si pensa che solo l’anno scorso gli studenti inseriti nella fascia massima erano 19.600 mentre ad oggi sono 30.714, su una popolazione di 64.000 universitari.
“Mi sembra strano – ha precisato il prorettore Casini – che, con l’aumento delle tasse più alte, siano aumentati anche coloro che non hanno presentato la dichiarazione, avrebbe dovuto essere il contrario”. Ora l’ateneo fiorentino si trova alle prese con un numero di studenti appartenenti al tetto massimo che, nel caso rimanesse quello attuale, finirebbe col superare il limite consentito per gli introiti universitari provenienti dal pagamento delle tasse universitarie, fissato al 20% (già nel 2007 di poco superiore al 21%). E così mentre da un lato gli studenti minacciano battaglia, dall’altro l’università decide di posticipare di un mese il termine utile per la presentazione della dichiarazione dei redditi (quindi al 31 maggio), con la promessa di rendere i soldi in più agli studenti sotto forma di servizi. “L’ipotesi di sospendere il pagamento della seconda rata – spiega categorico il rettore Augusto Marinelli – non sta né in cielo né in terra”.
La musica però, potrebbe cambiare a partire dal prossimo anno, con l’introduzione di elementi di merito per chi matura ad esempio 60 crediti in un anno e maggiore considerazione per le famiglie, soprattutto per quelle che mantengono due figli all’università e per le quali non è esclusa la possibilità di sconti e agevolazioni.
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