Una missione nazionale per l’educazione. Quella che sta portando avanti il governo indiano è una rivoluzione che potrebbe far sognare un futuro migliore anche a chi non ha la fortuna del protagonista di The Millionaire (il film di Danny Boyle attualmente nelle sale che racconta la favola di un ragazzo di Mumbai).
E la “Nation Mission on Education” della superpotenza asiatica parte con un’iniziativa che ha lasciato interdetti anche i guru della Silicon Valley: computer portatile a 10 euro per ogni scolaro. L’equivalente di una cena da McDonald o del biglietto per andare al cinema. Un prezzo irrisorio che diventa possibile grazie all’alleanza tra pubblico e privato messa in campo dall’India per avviare la rivoluzione digitale.
È in quella terra che si trova la popolazione giovanile più numerosa della Terra, che rischia però di restare indietro nella preparazione scolastica. Così la madrepatria ha deciso, oltre al laptop, di mettere a disposizione dei più giovani, in un prossimo futuro, anche l’e-book (libro elettronico) e la stampa quotidiana su supporto digitale.
Il computer più economico del mondo è stato messo a punto da due università di eccellenza, gli Institute of Technology di Bangalore e Madras. Il prezzo reale naturalmente sarebbe più alto: circa 100 dollari se fosse commercializzato a scopo di lucro. Costo che viene coperto dallo Stato e dai mecenati privati dell’industria informatica nazionale.
L’obiettivo primario del governo indiano è quello di portare l’istruzione digitale anche nelle fasce più povere della popolazione. Il loro sistema formativo infatti si caratterizza per un rigido dualismo: ci sono i politecnici che sono ai primi posti delle classifiche internazionali, mentre le scuole pubbliche vanno nel più terribile degrado.
Sul mercato finora i computer più economici erano il Classmate della Intel e quello brevettato dallo scienziato americano Nicholas Negroponte per l’iniziativa filantropica One Laptop Per Child. Entrambi però costano circa il doppio del nuovo progetto indiano.
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