Crui, tagliare l’Università significa tagliare il futuro

L’austerity è indispensabile, ma i tagli non possono essere fatti con il machete, «soprattutto quando si deve impostare il futuro della società». A dirlo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la presentazione dell’Osservatorio Lavoro dell’AREL, ma il messaggio è condiviso pienamente dal presidente della CRUI, Marco Mancini.

L’austerity è indispensabile, ma i tagli non possono essere fatti con il machete, «soprattutto quando si deve impostare il futuro della società». A dirlo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la presentazione dell’Osservatorio Lavoro dell’AREL, ma il messaggio è condiviso pienamente dal presidente della CRUI, Marco Mancini.

«Il mondo dell’Università non può che manifestare la propria gratitudine – ha detto Mancini – nei confronti del personale impegno del Presidente della Repubblica a sostegno della ricerca e dell’alta formazione. I tagli indiscriminati alla spesa sono in effetti un errore: il futuro stesso della nostra società. Pensare di uscire dalla crisi togliendo linfa vitale alle sorgenti dell’innovazione è un controsenso rischioso e inaccettabile».

Dell’argomento e dello stretto rapporto fra ricerca e futuro dei nostri giovani il Presidente Napolitano è, infatti, tornato a parlarne nel corso della sua visita all’Università di Udine, esprimendo l’impegno personale a sostegno della ricerca e dell’alta formazione. Tra i temi trattati anche i tagli indiscriminati alla spesa pubblica a danno di componenti importanti per le aspettative dei giovani e per il futuro della nostra società, quali sono appunto quelle della formazione e della ricerca. Settori, rispetto ai quali Napolitano ha auspicato vengano messi a disposizione investimenti pubblici e privati, per dare risposta alle giuste attese delle giovani generazioni.

«Noi ci auguriamo – ha proseguito Mancini – che la politica ascolti ancora una  volta le sagge parole del Presidente Napolitano e che il suo auspicio in favore di investimenti pubblici e privati messi a disposizione del sistema dell’alta formazione e della ricerca sia ascoltato e raccolto dal Governo. Le cifre parlano chiaro. Il 2013 si prospetta per l’ennesima volta come un anno a rischio: se il sistema universitario tra il 2009 e il 2012 ha subito una diminuzione del -7,2% (-523 milioni di euro), il taglio che si prospetta fra quest’anno e il 2013 da solo è quasi pari a quello patito nell’intero quadriennio precedente, -6,2% (-437 milioni di euro). E ciò in un contesto di drammatica diminuzione dei docenti (che ci colloca agli ultimi posti in Europa per rapporto docente/studente) passati in tre anni da 64.000 a 54.000.

«Nessun comparto della Pubblica Amministrazione – ha aggiunto Mancini – ha subito tagli di questo tipo. Dunque ben vengano le parole del Presidente: occorre tamponare la falla che si è aperta per il 2013. Come ha sottolineato lo stesso Ministro Profumo alla CRUI, è indispensabile non andare oltre i tagli già subiti e guardare a una prospettiva pluriennale, quella che ci permette di stare in Europa. Prima che sia troppo tardi».

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