I soldi delle borse di studio non arrivano in nove regioni italiane da quattro mesi. A denunciarlo è l’associazione Link. Le borse, destinate ai “privi di mezzi e idonei” , erano previste per ottobre scorso, ma il riparto del Fondo integrativo statale è bloccato e l’assegno (a volte integrato da agevolazioni su mense e alloggi) non si vede. Per pagare spostamenti e libri, nel caso dei fuorisede affitti, pranzi e cene, gli studenti devono anticipare in proprio, spesso pesando sulle famiglie già in difficoltà. Gli importi minimi di base di una borsa di studio ammontano, secondo il decreto ministeriale del 14 luglio 2015, a 5.118,36 euro per un fuorisede, a 2.821,67 euro per un pendolare, a 1.929,22 euro per uno studente in sede.
Almeno trentamila idonei beneficiari sono in attesa al Nord (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), al Centro (Marche) e al Sud (Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia): non hanno ricevuto la borsa per l’anno accademico 2017-2018, quello in corso. Scrive Link: “Per poter anticipare le spese molti studenti hanno dovuto trovare lavoretti, spesso pagati all’ora, sottraendo tempo alla preparazione”. Sul riparto delle risorse c’è stato un incontro tra ministero dell’Istruzione e Regioni lo scorso 5 gennaio, poi di nuovo il 19 gennaio, ora la questione è passata alla conferenza Stato-Regioni. Serve ancora tempo. “Chiediamo l’immediato sblocco dei finanziamenti, che devono essere distribuiti in base al fabbisogno regionale”, dicono gli studenti.
In Toscana, regione non annoverata tra quelle in ritardo, si è registrata una riduzione dell’importo e così è avvenuto in Emilia Romagna. Gli Enti di diritto allo studio, poi, hanno subito l’applicazione di nuove restrittive regole sull’Iva, norme che hanno reso più dispendiosi i servizi. Il Piemonte ha aumentato le risorse a disposizione garantendo lo stesso livello dell’anno passato, ma in Campania e in Sicilia devono essere ancora erogate le borse di studio del 2016-2017. “Registriamo nel Paese la mancanza di alloggi e il costante aumento del costo dei pasti nelle mense”, scrive Link in una nota. Nel frattempo che la politica aspetti di mettersi d’accordo gli studenti hanno lanciato la campagna “E’ tempo di riprenderci quello che ci spetta”. Attraverso assemblee mobilitazioni proveranno a costruire in ogni regione l'”AltroBando”: una serie di proposte di miglioramento delle norme che regolano il welfare studentesco.
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