Un ritocco all’agenzia di valutazione, un lifting ai concorsi e il merito come bussola. Sono i prossimi step dell’Università targata Mariastella Gelmini. Che ieri, durante il convegno “Concorrenza e merito nelle università” ha fatto il punto sulle ultime ricette di viale Trastevere.
L’Agenzia di valutazione, ad esempio, è “in dirittura d’arrivo” e “in pochissime settimane” sarà presentato il provvedimento che la ridisegna e il regolamento. “Abbiamo proceduto a modificare l’Anvur, l’agenzia pensata dal precedente ministro Mussi. Pur condividendo la necessità di introdurre un unico organismo per la valutazione di università e ricerca, riteniamo – ha detto – che questa agenzia debba ragionare in termini di obiettivi valutando i risultati e non burocratizzare i processi”.
“Nel giro di poche settimane” invece arriverà il provvedimento relativo ai concorsi, che ha già avuto il parere dell’Avvocatura dello Stato. E per quanto riguarda la distribuzione del 7% delle risorse in base al merito il ministro è consapevole che “saranno grati alcuni atenei altri no”. La Gelmini ci tiene anche a sottolineare la collaborazione con gli atenei: “Abbiamo fatto un lavoro proficuo con la Crui, recependo alcune loro richieste, e apprezzato anche le proposte dei rettori Aquis. Ma terremo la barra dritta sul merito non sulla distribuzione delle risorse a pioggia”.
E a proposito di valore legale del titolo (di cui si parla tanto)? Il ministro è favorevole ma non è tra le priorità del governo. Il vero obiettivo ora è Trovare un rapporto equilibrato tra riforma del sistema universitario e risorse da destinare al settore “per trasformare la crisi in opportunità”. “Oggi ci sono le condizioni – ha spiegato il ministro – c’è un clima più sereno per un confronto, anche con l’opposizione, e per trovare soluzioni condivise. Mi riferisco alla valutazione, all’introduzione del merito come bussola, ma anche alla riforma del reclutamento e dei dottorati di ricerca che devono essere spendibili sul mercato e garantire le aspettative dei giovani. E mi riferisco anche – ha aggiunto – all’aspetto forse più delicato e cioè alla riforma della governance. Senza uno sforzo per cambiare alcuni meccanismi e colmare gap accumulati negli anni anche avere più risorse sarebbe insufficiente per migliorare la nostra università».
In conclusione il ministro ha affermato che la crisi “è l’occasione più adatta per coinvolgere il Parlamento nell’approvazione di un ddl che metta mano a quei meccanismi che vanno assolutamente cambiati. Se arriveremo al 2010 con qualche soldo in più e un ddl che ci consenta di spendere meglio avremo fatto un bel servizio al Paese”.
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