Ancora tanti docenti precari e troppi istituti senza presidi: tutte le spine del primo giorno di scuola

Oggi è già suonata la campanella in alcune regioni italiane. Il messaggio del ministro Valditara agli studenti: “È arrivato quel momento sempre uguale e sempre diverso. Quest’anno abbiamo velocizzato le procedure”. Ma i sindacati non ci stanno: “Siamo sempre alle prese con i vecchi problemi”.

Oltre mille istituti senza presidi, 200mila supplenti e la piaga del precariato che non risparmia nemmeno il personale Ata dove quest’anno la quota è salita sopra le 50mila unità: sono queste alcune delle problematiche che il mondo della scuola ha dovuto affrontare oggi dopo il suono della prima campanella dell’anno che per gli studenti di Piemonte e Valle d’Aosta è scattata già oggi. Un avvio pieno di incognite.

L’augurio del ministro Valditara

“Care ragazze, cari ragazzi. Ci siamo. È arrivato quel momento sempre uguale e sempre diverso: il nuovo inizio dell’anno scolastico. Dal punto di vista delle procedure che il Ministero deve garantire, l’inizio dell’anno scolastico è un rito consolidato. E quest’anno abbiamo velocizzato i tempi grazie a un importante piano di semplificazione – è stato il messaggio del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara – Ma dal punto di vista vostro, dal punto di vista di ciascuno di voi, l’inizio è sempre nuovo. E per noi, quello che conta di più siete proprio voi, è il vostro inizio, perché il centro di un sistema d’istruzione moderno deve essere la persona. Voi con le vostre capacità da scoprire e moltiplicare giorno per giorno, voi con i vostri sogni che sono il contrario delle chimere, voi con le vostre storie da scrivere, con le vostre capacità e i vostri progetti. Buon anno!”.

Il nodo dei dirigenti mancanti

Meno entusiasti i messaggi dei sindacati: “Le classi sono state aperte con un gravissimo vulnus: più di duemila istituti hanno metà dirigente. Ma l’urgenza più imminente è la procedura dell’inserimento dei progetti legati al Pnrr. I presidi devono compiere tutti gli atti entro fine mese – dicono da Dirigentiscuola, il sindacato dei presidi italiani – Tutto questo, insieme alle carenze strutturali degli edifici, con aule inagibili, cattedre vacanti, mancanza di protocolli da parte del ministero per fronteggiare i nuovi casi Covid, rende il nostro lavoro difficile, a volte impossibile”.

Caro vita per gli insegnati

“La prima cosa che ci interessa è che gli insegnanti siano in classe sin dal primo giorno – specifica invece Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – Salvo qualche piccolo miglioramento la situazione oggi è sostanzialmente come quella degli anni scorsi. La macchina del reclutamento continua ad essere in affanno. Soprattutto in alcune zone d’Italia non si riescono a coprire i posti, mi riferisco in particolare al nord. Il caro vita e il caro casa, invece, incidono in tutte le grandi città senza distinzione geografica. Il tema del reclutamento degli insegnanti è centrale: se non si riescono a coprire i posti, diventa necessario un ricorso molto alto al precariato”.

La piaga del precariato anche per il personale Ata

“Ci ritroviamo ancora una volta con classi senza docenti – aggiunge Giuseppe D’Aprile, segretario Uil Scuola – La campanella è suonata con oltre 200 mila supplenti un danno per il personale ma soprattutto per la continuità didattica. Male anche la situazione del personale Ata, il cui precariato ammonta a oltre 50 mila unità. Conseguenze, queste di graduatorie piene di errori dapprima pubblicate, ritirate, ripubblicate ancora con errori che inaspriscono il contenzioso, favorendo il balletto dei docenti con ricadute inevitabili sulla gestione della scuola da parte dei dirigenti scolastici, del personale delle segreterie già oberate di lavoro, sui docenti non assunti o addirittura scavalcati da chi ha un punteggio più basso, sugli alunni e sulle famiglie che vedranno la continuità didattica sempre più come un miraggio”.

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