Si chiama Komeil, ha 27 anni, e “da grande” vuole fare l’ambasciatore. Al momento però il suo primo sogno l’ha già realizzato: è diventato il primo rifugiato afghano a laurearsi all’Università di Bari. Nei giorni scorsi, infatti, con una tesi in Lingua e traduzione portoghese dal titolo “L’Arte della Diversità: tradurre le culture lusofone”, Komeil è diventato dottore in Lingue e Culture per il Turismo e la Mediazione Internazionale.
Nel 2018 lo studente, scappato da poco dalla sua terra d’origine, si era rivolto al Centro di Servizio di Ateneo per l’Apprendimento Permanente (CAP) dell’Università Aldo Moro di Bari e aveva ottenuto la comparabilità del suo diploma di scuola superiore e poi una borsa di studio finanziata dal Ministero dell’Interno e dalla Conferenza Italiana dei Rettori, vedendosi garantito il diritto allo studio e la fruizione di specifici servizi di inclusione accademica e scambio interculturale attivati dall’Università di Bari.
“Voglio continuare a studiare nell’ambito della mediazione e delle relazioni internazionali – dice adesso Komeil – Il mio sogno è di diventare ambasciatore. Per me l’Università è stato il luogo in cui mi sono sentito integrato, mi ha reso più forte e ho sentito la bellezza della diversità, e che mi ha aiutato a relazionarmi con il mondo esterno”.
“Sono orgoglioso che la nostra Università sia riuscita a ostruire un percorso attraverso il quale poter dare a coloro che scappano da situazioni così dolorose l’opportunità di studiare – ha commentato il rettore Stefano Bronzini – nella speranza di poter contribuire allo sviluppo di un mondo libero e inclusivo”.
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