E giunta ieri da Londra la notizia della morte di Moritz Erhardt, stagista tedesco presso gli uffici londinesi della Bank of America che aveva lavorato per 21 ore di fila per tre giorni consecutivi, dalle 9 alle sei di mattina, bevendo caffè a ripetizione per stare sveglio.
Commentando la notizia, Andre Spicer, Professore di finanza della Cass Business School di Londra, spiega la cultura delle “extreme hours” delle banche d’affari:
“Le nottate di lavoro sono un rito di passaggio che mostra a che punto uno stagista sia disposto a spingersi oltre ogni limite ragionevole al lavoro. Gli stagisti vogliono emulare individui quasi eroici che lavorano giorno e notte per lunghi periodi”.
“La tragica morte di uno stagista presso l’ufficio di Londra della Bank of America ha messo in luce la cultura delle ore lavorative estreme nel mondo delle banche d’affari, definita “extreme hours culture”. Passare la quasi totalità della propria giornata in ufficio è un fenomeno che serve soprattutto a dimostrare il proprio impegno, e non tanto a occuparsi concretamente di dossier e compiti pratici.
Lavorare tante ore è una pratica normale in molte grosse compagnie, ma spesso questa pratica viene esasperata dagli stagisti stessi, che vogliono emulare individui quasi eroici che lavorano giorno e notte per lunghi periodi.
Le grosse società dovrebbero chiedersi quanto in realtà sia produttivo e sano lavorare troppe ore. Se le imprese di grandi dimensioni vogliono dare un’immagine sostenibile e attraente ai propri collaboratori, bisogna assolutamente che lavorino su questa cultura delle ore estreme”.