L'educazione delle donne. Un mondo da scoprire

0676_violenza_donne.jpgOggi, 25 novembre, si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu nel 1999, così da porre l’attenzione sulla violenza familiare e contro ogni forma di violenza e discriminazione contro le donne. In occasione di questo importante appuntamento internazionale presentiamo uno stralcio dell’intervista con la prof.ssa Francesca Brezzi, docente di Filosofia morale presso l’Università di Roma Tre e Direttore del Dipartimento di Filosofia della Facoltà di Lettere della medesima Università. Delegata del Rettore per le Pari opportunità – Studi di genere e presidente del neonato Osservatorio Interuniversitario sugli studi di genere.

Prof.ssa, quando è nato e si è sviluppato l’Osservatorio Interuniversitario sugli studi di Genere?

L’osservatorio è nato ufficialmente nel 2009 ed è stato presentato il 5 novembre in Campidoglio, ma la gestazione è stata lunga, anche se ha rappresentato un’avvincente avventura. Le tre principali Università statali di Roma, attraverso le Delegate dei Rettori, da alcuni anni avevano intrapreso una fruttuosa ed intensa collaborazione su molteplici temi d’interesse scientifico e attinenti a differenti discipline accademiche, collaborazione che era già sfociata nella organizzazione di convegni ed altri eventi, come, ad esempio, è stato per il Convegno Internazionale dell’ottobre 2007 su “Pari opportunità e diritti umani”, che ha riscosso un notevole successo, offrendo contenuti molto rilevanti, verificabili nel volume uscito nell’aprile scorso presso la casa editrice Laterza, University Press .Pertanto abbiamo voluto proseguire un confronto a più voci all’interno degli Atenei romani in relazione agli studi e alle ricerche svolte o che si stanno progettando sulle problematiche di genere, incentivandone la realizzazione.


Secondo la sua esperienza di docente e studiosa, come viene vissuta la parità dei generi tra le giovani generazioni? Le ragazze sentono “il peso” di un’immagine femminile, esposta ed imposta?

Questa domanda mi invita rispondere ad un tema che mi sta molto a cuore, appunto come docente, ma anche come cittadina, che definisco come il rapporto tra i generi e le generazioni, argomento ineludibile nella prassi educativa. Tralascio il rapporto fra le generazioni e mi limito ai generi : la scuola e l’Università sono luogo di incontro di generi differenti, in cui la trasmissione del sapere e dei saperi deve passare attraverso il riconoscimento delle diversità rispetto ai modelli culturali, all’uso e alla definizione dei linguaggi, agli aspetti relazionali, da qui il valore dell’Università nell’aiutare i giovani a costruire una propria matura identità, non chiusa e difensiva, ma attenta e aperta alle differenze e a costruire il legame sociale. l’Osservatorio si propone di mostrare proprio un modo diverso di concepire l’università , che non fornisca solo nozioni e conoscenze, ma sia il luogo della formazione della persona e delle prime sperimentazioni di vita collettiva, in cui ci si educa all’ascolto, al confronto, all’assunzione di responsabilità e al rispetto di regole comuni.

Quali e a lungo termine, si aspetta dalla nascita dell’Osservatorio?
Vorrei che l’Osservatorio si delinei come centro di pensiero critico, dal momento che se le donne sono entrate nell’agorà universitaria, se è stato finalmente riconosciuto il loro diritto di parola, questa deve essere parola diversa, parola che dà senso alle pratiche . In tal senso l’Osservatorio potrà avviare un ‘opera di mediazione tra esigenze diverse di radicamento nella storia passata, -valore della memoria- , di trasformazione e rinnovamento, insomma in un ‘esigenza di istruzione ed educazione come responsabilità politica. Una “scuola” dove si impari a vivere, si insegni l’arte dei rapporti umani e la comprensione della mente.

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