Hanno scavalcato i tornelli e, armati di megafoni, hanno espresso per l’ennesima volta la loro contrarietà alla Riforma Gelmini. Gli studenti della Sapienza, almeno 300, sono entrati nei locali della mensa in via De Lollis intonando slogan del tipo: “Noi la mensa non la paghiamo”. E difatti così è stato. I pasti sono stati ritirati senza versare neanche un centesimo.
Quali i motivi della rivolta? Il cibo scadente e dal prezzo troppo alto. I contestatori addebitano la situazione agli scarsi fondi presenti nelle casse dell’agenzia regionale per il diritto allo studio. La proposta dell’Onda, allora, è la seguente: tariffa unica in sostituzione delle fasce di pagamento.
Agli assegnatari di borse di studio e degli alloggi nelle residenze universitarie, inoltre, non verrà chiesto di pagare alcunché. D’altra parte – sostengono sempre i ragazzi – negli appartamenti concessi dall’università manca completamente la cucina, e pertanto “siamo costretti a venire in mensa agli orari che ci dicono loro”. L’occasione è valsa anche come momento per esprimere solidarietà ai lavoratori precari della mensa ‘occupata’.
Manuel Massimo
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