Its, dopo un anno dal diploma lavorano quasi 9 studenti su 10. Valditara: “Modello che funziona”

L’indagine condotta da Indire. Dimezzato anche il numero di chi non ha trovato ancora un’occupazione. Inoltre il 93,6% degli ex studenti svolge un lavoro coerente con gli studi effettuati.

A un anno dal diploma l’86,5% degli studenti degli ITS Academy, che hanno concluso il proprio percorso di studi nel 2022, ha trovato un lavoro. Di questa percentuale (pari a 5.556 diplomati), il 93,6% svolge un lavoro coerente con gli studi effettuati. Inoltre, il dato dei non occupati, pari al 13,5%, è quasi la metà dello scorso anno. Si tratta del migliore risultato di sempre per gli Its Academy, che emerge dal monitoraggio annuale realizzato da Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) su incarico del Ministero dell’Istruzione e del Merito sui percorsi di studi terminati da almeno 12 mesi.

“I dati dell’ultimo monitoraggio sugli ITS Academy condotto da Indire confermano l’alta qualità e l’efficacia di questo segmento formativo – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara – I numeri delle performance occupazionali evidenziano che l’offerta formativa degli ITS Academy, a ciclo breve e basata sostanzialmente su un’organizzazione flessibile e una didattica esperienziale, può dare opportunità per un rapido sbocco nel mondo del lavoro ed è in grado di intercettare i crescenti fabbisogni di elevate competenze tecniche espressi dalla domanda delle aziende”.

La rilevazione è stata condotta sui 315 percorsi ITS terminati da almeno un anno al 31 dicembre 2022, erogati da 93 ITS Academy, con 8.274 studenti e 6.421 diplomati (il 77,6% degli iscritti). Delle Fondazioni ITS Academy monitorate, il 37,6% (35) ha realizzato più di tre percorsi, il 14% (13) tre, il 24,7% (23) ne ha realizzati due e i restanti ITS ne hanno realizzato uno solo. Un altro soddisfacente risultato riguarda i percorsi aventi diritto al 30% del contributo nazionale a titolo di premialità: quest’anno sono il 67,3% dei percorsi monitorati (212 su 315), a fronte di una media nettamente inferiore (50%) registrata nel corso degli anni precedenti.

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