Il presidente del Tar della Sicilia Salvatore Veneziano ha accolto l’istanza cautelare presentata contro le ordinanze firmate dai sindaci di Palermo e Agrigento, Leoluca Orlando e Francesco Miccichè che prevedevano la sospensione dal 13 al 16 gennaio delle attività didattiche in presenza.
Il Tar ha evidenziato che la competenza appartiene allo Stato, trattandosi di “profilassi internazionale”. Entrambi i Comuni sono in zona gialla e non sono state adottate altre misure cautelative al di fuori delle attività scolastiche. Le pronunce comportano il rientro in presenza nelle scuole. Le pronunce comportano il rientro in presenza nelle scuole. L’udienza collegiale è stata fissata per il 10 febbraio.
Scontro sulla sentenza del Tar
La nota del prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, inviata ai sindaci della provincia ma anche al presidente della Regione e al direttore generale dell’Asp, ricorda cosa prevede la normativa nazionale: i presidenti delle Regioni o i sindaci possono derogare alle norme sulla riapertura delle scuole in presenza di focolai o di “rischio estremamente elevato” di diffusione del Covid.
Forlani ricorda anche che Nello Musumeci ha firmato una ordinanza in cui prevede la possibilità di chiusura delle scuole solo nei territori in zona rossa o arancione. “Nessun Comune della Provincia di Palermo risulta essere stato dichiarato zona rossa o arancione e dunque nella condizione di potere adottare provvedimenti di sospensione dell’attività scolastica. In ogni caso serve il parere dell’Asp”.
Anche il prefetto di Trapani Filippina Cocuzza ha chiesto ai sindaci di fare un passo indietro, tanto più se si considera che nel capoluogo della provincia la chiusura è prevista fino al 21 gennaio. Rimarcando il valore della didattica in presenza, il prefetto chiede di “valutare ogni possibile diversa soluzione solo a seguito di specifica indicazione dell’Azienda sanitaria provinciale”.
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