Formazione docenti, i prof di matematica ai ministri: “Così creeremo solo cattivi maestri”

L’appello di UMI e ConScienze ai ministri Bianchi e Messa segue quanto già detto nella lettera aperta del matematico dell’Università di Pisa Pietro Di Martino: “I 60 crediti senza percorsi svilirebbero qualità docenti”

Il grido di allarme per la riforma sulla formazione dei docenti coinvolge tutto il mondo dei prof di scienze e matematica. Il presidente dell‘Unione Matematica Italiana (UMI), Piermarco Cannarsa, ordinario di matematica all’UniversitàTor Vergata“, ha lanciato un allarme sul rischio di una formazione di insegnanti inadeguata dopo le indiscrezioni trapelate nelle scorse settimane e gli annunci fatti dal ministro dell’Istruzione. “Sulla formazione di matematica i ministri ci ascoltino, o avremo pessimi studenti di cattini insegnanti”, è il monito dell’appello condiviso sulla piattaforma change.org con una petizione che ha raccolto oltre 1200 firme.

Non solo i prof di matematica, anche ConScienze, la conferenza permanente dei Presidi delle Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali e le Facoltà di Scienze o di Scienze e Tecnologie, che riunisce i docenti di scienze ha pubblicato una lettera aperta ai due Ministri (del Miur e dell’Istruzione) chiedendo loro di fermare questo “treno in corsa”, di “ripensare alla riforma della formazione insegnanti” ampliando la platea di discussione, che dovrebbe includere tutti i soggetti che sono realmente coinvolti.

La lettera del matematico Pietro De Martino

Il primo docente ad appallarsi ai ministri Bianchi e Messa è stato il matematico Pietro De Martino, ordinario all’Università di Pisa, che con la sua lettera aperta ha sollevato molti dubbi: “È curioso come nel dibattito pubblico ci si lamenti sempre della scarsa preparazione degli studenti, preoccupandosi delle conseguenze socio-economiche e culturali di tale preparazione, e si attribuiscano la responsabilità principali di questa situazione agli insegnanti – scrive nella lettera – . Da una parte, dunque, si svilisce la funzione fondamentale e la professionalità del corpo insegnante, dall’altra si richiedono sempre più competenze in ambiti diversificati e si attribuiscono sempre più responsabilità agli insegnanti senza prevedere un percorso di formazione iniziale specifico. Siamo attualmente l’unico Paese in Europa senza un serio (e sottolineo serio) percorso di formazione iniziale per gli insegnanti di scuola secondaria”. Il matematico ha affrontato due punti primari di tale riforma: la proposta governativa di un test facilitato e l’allargamento dei crediti in materie pedagogiche da 24 a 60 come un fai da te, senza un chiaro percorso definito tra scuola e università.

L’allarme del presidente Cannarsa

“Le voci che circolano sulla prossima legge di bilancio parlano di un intervento sulla formazione iniziale degli insegnanti, che rischia di compromettere la preparazione dei laureati magistrali senza centrare l’obiettivo di migliorare quella degli insegnanti. Siamo molti preoccupati, perché l’analfabetismo matematico è altissimo in Italia e il PNRR richiede una rapida diffusione di competenze scientifico-tecnologiche”, dichiara il presidente di UMI. “La scuola è un elemento centrale nella nostra società. Non si possono prendere decisioni sul percorso di formazione degli insegnanti di matematica senza rendere partecipi opportune figure professionali”. Gli insegnanti di matematica e di scienze si aspettano un coinvolgimento da parte della politica e dei ministeri competenti si una riforma che l’Italia aspetta da oltre trent’anni.

In particolare – prosegue Cannarsa – la formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria dovrebbe essere sviluppata attraverso un percorso coerente, in cui gli apporti degli insegnamenti disciplinari, didattico-disciplinari, pedagogico-didattici e la riflessione sul tirocinio si integrino tra loro in un rapporto dialettico tra teoria e pratica”.

I dubbi dei matematici di CIIM

Anche la Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica (CIIM) si è dimostrata “proccupata” in un comunicato pubblicato sul proprio sito. “Un percorso del genere e la sinergia tra scuola e università sono assolutamente necessari per fornire ai futuri docenti una qualificata professionalità in ingresso e un fondamentale approccio appassionato alla professione dell’insegnamento”, ha dichiarato la presidentessa Maria Mellone, prof. di matematica all’Università “Federico II”.

In quest’ottica la CIIM si dichiara “seriamente preoccupata” per le indiscrezioni uscite sulla stampa e in rete che parlano di un’acquisizione di 60 CFU non all’interno di percorsi appositamente predisposti e senza la costituzione di una vera e propria comunità educativa, ma acquisiti individualmente dai futuri insegnanti.  Queste ipotesi – spiega Mellone – da una parte non appaiono coerenti con il profilo professionale che un percorso significativo di formazione iniziale all’insegnamento dovrebbe contribuire a sviluppare, dall’altra si prestano a derive, facilmente immaginabili e prevedibili, che svilirebbero pesantemente il percorso formativo e dunque la significatività della professione docente alla quale dovrebbe preparare”.  

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