Cnru, sciopero nazionale il 17 novembre

Il Coordinamento Nazionale Ricercatori Universitari (CNRU) aderisce allo sciopero nazionale di mercoledi’ 17 novembre 2010 riguardante l’Universita’.

Il Coordinamento Nazionale Ricercatori Universitari (CNRU) aderisce allo sciopero nazionale di mercoledi’ 17 novembre 2010 riguardante l’Universita’. Lo stato in cui versa il Sistema Universitario pubblico, vessato negli ultimi anni da continui tagli che ne stanno pregiudicando la capacita’ di assolvere i compiti istituzionali cui e’ preposto, unitamente ai contenuti del Disegno di Legge sull’Universita’ attualmente in discussione alla Camera, che non risponde alle richieste delle varie componenti universitarie, accentuando le caratteristiche di verticismo a livello di governance e le difficolta’ di inserimento dei piu’ giovani, sono ragioni piu’ che sufficienti per mantenere lo stato di agitazione dei ricercatori universitari e per richiedere profonde modifiche del DdL o in ultima istanza il suo ritiro.
E’ chiaro inoltre che, di fronte al muro opposto dal Governo e dalla CRUI di non dare ascolto alle legittime aspettative dei ricercatori di veder riconosciuto il ruolo docente svolto attraverso la soluzione del problema dello stato giuridico atteso da 30 anni, il CNRU non possa che auspicare un netto cambio di rotta della politica universitaria nel senso dell’equita’ e del merito all’interno di un sistema correttamente finanziato e considerato finalmente come investimento per il futuro del nostro Paese e non mero capitolo di spesa in un bilancio teso unicamente alla quadratura dei conti e senza misure per lo sviluppo.

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Udine e l'economia regionale

Next Article

Napoli all'International Day of Students

Related Posts
Valditara
Leggi di più

Valditara: “Estendere in Ue il divieto smartphone in classe”

"Tema che va approfondito” dichiara il ministro dell’istruzione. “Se sino a 14 anni i rischi sono del tutto evidenti e sono senz'altro prevalenti rispetto ai benefici, dobbiamo capire se, sopra i 14 anni, nelle scuole superiori, il divieto può avere una sua concreta utilità”