Non ha sortito effetti neanche la caduta del Governo Prodi. Silvio Berlusconi non ha minimamente intenzione di accantonare il sogno dell’Università del pensiero liberale, lanciato un anno e mezzo fa. E niente potranno i pressanti impegni derivanti da una campagna elettorale che già si preannuncia particolarmente movimentata.
Il progetto, teso a spodestare il dominio intellettuale della sinistra nel mondo accademico, sembra andare avanti senza troppi intoppi e nelle intenzioni del suo ideatore dovrebbe vedere la luce prima delle Europee del 2009. Il modello d’ispirazione saranno due grandi centri di eccellenza della formazione universitaria in Italia: Luiss e Bocconi. Con l’attivazione di facoltà come Giurisprudenza, Scienze politiche, Economia e Scienze della comunicazione. Il tutto condito da un pizzico di cattolicesimo liberale che potrebbe, ad esempio, essere impartito al meglio da uomo della statura morale di don Gianni Baget Bozzo. Si è anche avanzato il nome del primo rettore: Angelo Maria Petroni, consigliere di amministrazione della Rai ed ex direttore della Scuola superiore della Pubblica amministrazione.
Non manca, in ogni caso, la volontà di ‘importare’ gli elementi più classici dei campus americani, con tanto di mensa, alloggi per gli studenti, borse di studio ai più meritevoli ed una fondazione per la gestione dell’istituto. Tanti i nomi illustri che si pensa di invitare per formare la futura classe dirigente di orientamento liberal, politici vecchi e nuovi assieme ad importanti esponenti dell’economia mondiale. Come ad esempio Bill Gates, o Bush senior, e altri capi di stato e di governo come Tony Blair, Bill Clinton, Josè Maria Aznar, Junichiro Koizumi e Michael Gorbaciov. Tutti nomi che, fanno sapere dal quartier generale del Popolo della Libertà, sono entusiasti del progetto prospettato dal Presidente in persona.
Ma dove avrà sede l’università del Cavaliere? Tanto per cominciare c’è da dire che per la realizzazione di questo sogno, l’ex premier ha già sborsato ben 35 milioni di euro, l’acconto per così dire, resosi necessario per l’acquisto di Villa Gernetto, a Lesmo, nella Brianza. Uno spazio di 380mila metri quadri che, tra edificio e terreno circostante, conta nel suo complesso trentacinque aule informatizzate, un’aula magna per le conferenze e cento stanze per gli studenti.
Eppure c’è già qualche uccello del malaugurio che non esita a parlare di difficoltà del riconoscimento della futura università da parte dello Stato, al punto da suggerire di abbandonare una volta per tutte l’idea dell’ateneo per concentrarsi esclusivamente sulla costruzione di una struttura che si dedichi solo alla formazione post-laurea. Non è dello stesso avviso Gaetano Quagliarello, che consiglia di “non richiedere affatto il riconoscimento” in modo da inaugurare una battaglia liberale per l’abolizione del valore legale del titolo di studio. “Così come Berlusconi ha rotto il monopolio pubblico nella televisione – spiega il professore – potrebbe farlo in campo universitario”.
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