Università di Perugia al voto: l’intervista ai prof. Gammaitoni e Porena candidati alla guida dell’Ateneo

Luca Gammaitoni e Daniele Porena sono il primo che ha presentato la propria candidatura a rettore dell’Ateneo umbro e il più giovane dei cinque candidati
Il prof. Daniele Porena e il prof. Luca Gammaitoni – Corriereuniv.it

Il 4 giugno studenti, docenti e personale amministrativo dell’Università degli studi di Perugia dovranno scegliere il successore di Maurizio Oliviero come rettore. I candidati sono cinque e tutti hanno la loro idea di Ateneo con contrapposizioni e somiglianze. Tra loro, il primo a presentare pubblicamente la propria candidatura è stato Luca Gammaitoni, docente di Fisica sperimentale delle interazioni fondamentali e applicazioni, fondatore e direttore del Nips (Noise in Physical Systems Laboratory), con un passato in politica come capolista per il Partito Democratico alle elezioni regionali del 2019 in cui non fu eletto. 

‘L’Università, infatti’ è lo slogan scelto per la campagna elettorale e si incentra su tre parole chiave: libertà, comunità, prospettiva. “Bisogna ripartire dall’area di Medicina che, a motivo della difficile situazione in cui versa, deve avere un’attenzione prioritaria, sia nel piano di reclutamento di nuove risorse che nella costruzione di nuovi rapporti con il Servizio Sanitario Regionale”, afferma il prof. Gammaitoni intervistato da Corriereuniv.it. “L’Università di Perugia deve poter progredire come una comunità libera, verso la prospettiva di diventare, nei prossimi 10 anni, una delle migliori università in Italia, al pari di Pisa e Padova con cui condivide condizioni, storia e aspirazioni”. Riguardo al diritto allo studio, argomento caro ad una parte degli elettori, gli studenti, il prof. di Fisica rilancia su alloggio e supporto aumentando il confronto con gli studenti”. “Dobbiamo ascoltarci, siamo una comunità, non un’azienda”, afferma.

Gammaitoni: “Serve un ufficio di fund raising per supportare la ricerca”

Gammaitoni, tra le priorità inserite nel programma di governo dell’Ateneo umbro, sottolinea l’importanza dell’area umanistica. “Negli ultimi 15 anni ha subito un depauperamento in termini di personale ed è in fase di profonda trasformazione con l’ingresso di discipline che pongono importanti richieste sul piano organizzativo e della natura stessa dell’area umanistica”. Stabilizzazione dei precari del personale tecnico e amministrativo, della ricerca, con ingresso di nuovi ricercatori a tempo determinato in tenure track, l’incremento dei professori ordinari – “una vera e propria emorragia” – ma anche “riorganizzare la ricerca, uscendo dalla mentalità puramente legalista” coinvolgendo più dipartimenti “un’azione trasversale”. Sui fondi alla ricerca afferma: “Bisogna andare oltre l’atteggiamento passivo di chi si attende tutto da Ffo e Ministero. Propongo di costituire un ufficio di “fund raising” e creare una struttura di supporto alla progettazione e rendicontazione della ricerca finanziata”.

Sulla didattica la ricetta è quella di migliorare le strutture esistenti ma di “aggiornare i programma, in sintonia con le esigenze degli studenti ed incentivare i docenti che fanno buona didattica”. Sull’AI, invece, la proposta è quella di avviare un’iniziativa di ricerca trasversale coinvolgendo vari dipartimenti perché “bisogna contribuire allo sviluppo futuro dell’AI come creatori di conoscenza e non utenti passivi”. Sulle connessioni le idee sono chiare: “Incidere sul territorio, aumentare gli scambi internazionali, essere indipendenti ma avere rapporti autorevoli con politica e istituzioni, fare rete con gli altri Atenei e superare logica di vedere gli studenti come clienti”. Per l’attrattività dei ricercatori, vista l’emorragia americana, non è solo lo stipendio offerto che incide sulla scelta. “Oltre agli stipendi – afferma Gammaitoni – su cui siamo deboli e poco attrattivi, l’eccellenza scientifica e culturale della destinazione, insieme ad un’alta qualità della vita possono incidere sulla scelta di un ricercatore estero di stabilirsi in Italia”.

Porena: “Università di Perugia deve attrezzare i giovani per affrontare le sfide del lavoro”

Un altro dei candidati alla guida dell’Università degli studi di Perugia è Daniele Porena, professore ordinario di diritto costituzionale e pubblico, è direttore del Centro Interistituzionale di Studi e Alta Formazione in materia ambientale. È il più giovane dei cinque candidati a Rettore per Università di Perugia, il suo slogan è: “Università più inclusiva, più innovativa, più indipendente”. Nel corposo programma presentato dal prof. Porena offerta formativa, internazionalizzazione e più ricerca sono gli investimenti sul futuro che l’Ateneo deve assicurarsi. “La didattica, in specie per i corsi di studio magistrali, dovrà dedicare maggiore attenzione ai propri collegamenti con il mondo del lavoro e delle professioni”, dichiara il candidato rettore a Corriereuniv.it. “Dobbiamo contribuire a formare i cittadini del futuro – continua – ma dobbiamo soprattutto dare un futuro ai questi giovani cittadini e per farlo dobbiamo dotarli del migliore corredo di conoscenze e competenze indispensabili ad affrontare in modo attrezzato le sfide del mondo del lavoro”. Sull’uso dell’AI all’interno della didattica? “Può rappresentare una insidia e una opportunità al tempo stesso: è uno strumento che dovrà essere valutato con i tempi della serietà e dell’approfondimento e non con quelli dell’approssimazione.

In momenti in cui c’è penuria di risorse bisogna fare rete e aiutarsi a vicenda. “Bisogna puntare sul rafforzamento delle relazioni inter-ateneo, sia per programmi di ricerca congiunti che canali formativi”. Sulla sinergia con il territorio rafforzare una connessione in cui a guadagnarci sia gli studenti “sul piano dei servizi e del diritto allo studio”. E poi l’internazionalizzazione: “Sempre più in questa epoca storica il territorio di riferimento è il mondo intero”. Il guardare fuori dai confini nazionali riguarda finanziamenti alla ricerca e ricercatori. “Dovremo aprire le porte dell’Università ad ogni opportunità e ad ogni legittimo canale di finanziamento – dichiara Porena – senza perdere di vista la necessità di sfruttare pienamente e al meglio tutte le opzioni normative e finanziarie sul campo”. Mentre per i secondi: “Valorizzare le opportunità normative tese a favorire l’ingresso di colleghi provenienti da altre istituzioni anche attraverso una proficua opera di comunicazione che non si arresti al limite dei confini nazionali”.

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