Una scuola, luogo principale delle politiche attive, dove far sviluppare ai giovani competenze e conoscenze. Parte da qui l’ottava edizione dello Young International Forum, la tre giorni romana che ha aperto oggi i lavori con il convegno inaugurale: “Politiche attive del lavoro: il ruolo della Scuola”.
“L’errore che facciamo come Ministero – ha sottolineato Gabriele Toccafondi sottosegretario Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca – è quello di non stare con i ragazzi. Per questo credo fortemente che investimento e cambiamento, non debbano mai essere fine a se stessi. Rispetto ai dati scioccanti della dispersione scolastica e della disoccupazione giovanile (stiamo al 36%) ce ne sono altri su cui dobbiamo ragionare: oggi Unioncamere ci ricorda che circa 60mila aziende cercano profili specializzati e qualifiche medio alte. Il che significa che c’è ancora molto da fare per mettere in contatto la scuola con la realtà lavorativa”.
Il sottosegretario ha poi ricordato il ruolo degli ITS in Italia. “Raccogliamo dei risultati positivi in questo campo. Sono circa 92 le Fondazioni presenti in questo momento e circa 6mila corsisti. Dopo il primo triennio di prova abbiamo visto che l’80 per cento dei ragazzi, che ha partecipato agli ITS ha trovato lavoro, un lavoro coerente con il proprio titolo di studio”. “Non è poi da dimenticare – ha concluso – che il 50% delle docenze arriva dal mondo del lavoro, ma anche dal mondo delle scuole, delle università e delle aziende altamente specializzate. Il segno che quando c’è dialogo tra più parti, i risultati si vedono”.
Punta sull’alternanza scuola lavoro, Luigi Bobba, sottosegretario Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. “L’alternanza scuola lavoro sta entrando anche nella quotidianità delle nostre scuole, come accade ormai da tempo in altri paesi europei con il sistema duale, che porta alla creazione di percorsi che creano integrazione tra attività scolastica e attività produttiva”. “Oggi dobbiamo cercare di ricongiungere quella divaricazione perniciosa che c’è stata negli anni passati tra conoscenze e competenze: serve il saper fare, il saper seguire dei processi e trasformarli in un prodotto”. “In questo percorso un ruolo importante lo ha avuto il programma “Garanzia Giovani”, grazie al quale circa 400mila giovani hanno avuto l’opportunità di poter frequentare un tirocinio o di avvicinarsi al lavoro. A questo si aggiunge anche lo straordinario successo del corso on line “Crescere in digitale” con il quale abbiamo dato l’opportunità ai ragazzi di potersi abilitare all’uso di tecnologie digitali da poter utilizzare nelle piccole imprese, ancora disorientate nell’utilizzare il digitale”.
“Affianco alla tradizionale area espositiva abbiamo messo i contenuti, indipendenti e portati dai professionisti del settore. Penso, ad esempio, all’aria orientamento per la scelta all’università, costruita su un paradigma capovolto: “Studio cosa, divento chi”. Quello che a noi interessa è capire quale sarà il futuro che il ragazzo immagina, il lavoro che vorrebbe fare. Per poi capire che tipo di vita avrà. Un orientamento che secondo noi della Fondazione Italia Orienta dovrebbe cominciare dalle scuole medie, perché per questo genere di attività: “non è mai troppo presto”, ha concluso Mariano Berriola, presidente della Fondazione educativa “Italia Orienta”, promotrice dell’evento.
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