“Ho la posta elettronica invasa da messaggi di genitori che mi raccontano le difficoltà e i drammi dei loro figli. Non ci rendiamo conto che la nostra incapacità di trovare soluzioni al problema della scuola sta aiutando a costruire una generazione di ragazzi fragili ed insicuri”. Il giudizio sul ritorno a scuola del coordinatore del Cts Agostino Miozzo, rilasciato a La Stampa, è categorico. Un pensiero non personale, bensì “quello del coordinatore del Cts che riflette il pensiero di tutti i colleghi del comitato e della comunità scientifica internazionale. Il diritto alla scuola dovrebbe essere un imperativo nel nostro Paese ma constatiamo ancora ritardi nell’organizzazione dei trasporti, nello scaglionamento degli orari piuttosto che nelle verifiche sanitarie”.
Per Miozzo, la scuola deve essere considerata non come una responsabilità solo ed esclusivamente del ministero dell’Istruzione, bensì dell’intera comunità. Posticipare ulteriormente di un mese la ripresa delle lezioni in presenza implica “l’impegno serio e strutturato di tutto il sistema”. Per questo Miozzo guarda con interesse alla proposta della ministra Lucia Azzolina, quella di vedere “mobilitati, almeno per le città metropolitane, gli Uffici Territoriali del Governo, le prefetture, che dovrebbero diventare il punto di riferimento per tutte le istituzioni e strutture territoriali competenti a disegnare uno scenario di sicurezza prima, durante e dopo l’ingresso a scuola”.
Sono sempre loro, i grandi “accusati” in questa fase di aperture e chiusure, di scuole parzialmente riaperte e di didattica a distanza nel pieno della seconda ondata di contagi di Coronavirus: i trasporti. “Mi aspetto un piano di riorganizzazione dei trasporti locali e dei servizi sanitari dedicati alla scuola che permetta di arrivare già dai primi giorni di dicembre ad una forma di didattica quanto meno integrata per le scuole che adesso sono in
dad al 100%”, dice oggi la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, mentre oggi sono rientrati in classe quasi 720 mila studenti e studentesse. E l’esecutivo deve individuare in queste ore la data della riapertura in presenza delle scuole, indicata per ora nel 7 gennaio.
“Mi sembra improbabile riuscire a tornare a una didattica in presenza prima di Natale», commenta nel frattempo oggi all’Ansa il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. «I problemi collegati alla presenza non affliggono tutti i territori allo stesso modo, come il trasporto pubblico. Ma se vogliamo prendere una decisione univoca sarà difficile, ripeto, prima di Natale”.