“Dopo tanti anni si è avverato il sogno della mia vita. Finalmente non sono più precaria”. Commenta così Giulia, insegnante campana, che dopo anni di precariato è stata assunta in una scuola di Milano. Dovrà spostarsi, è vero, ma in cambio ha un contratto a tempo indeterminato, e la realizzazione di quello che era il suo obiettivo da sempre.
E’ scattata a mezzanotte in punto l’ora x per migliaia di insegnanti precari in attesa delle lettere d’incarico. Le email sono giunte a mezzanotte e un minuto: il cervellone elettronico del ministero ha assegnato le cattedre nelle 99 province italiane, basandosi su un algoritmo di cui, al momento, si sa ancora poco.
I circa 10.000 precari, quindi, hanno superato la fase B del piano. Entro novembre, poi, toccherà ad altri 55.000 insegnanti andare a potenziare l’organico su base regionale.
“Solo uno su dieci si sposterà. Nessuna deportazione” – ha commentato il ministro Giannini, rispondendo ai migliaia di insegnanti precari che si lamentavano dei posti assegnati a centinaia di km da casa. La scelta, comunque, è chiara: chi non accetta il trasferimento sarà escluso dalle graduatorie in maniera definitiva. Ci sono 10 giorni di tempo per decidere. Per il resto, poi, ci sarà un maxi-concorso promesso dal ministero per il 2016.
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