Riforma promossa per Crui e Confindustria

La riforma dell’università è un treno che non va perso. Ne sono convinte sia la Crui sia la Confindustria che oggi, nel corso di un’audizione alla commissione Cultura della Camera, hanno espresso l’auspicio che il ddl venga approvato rapidamente. Una fretta non condivisa dal Pd per il quale, nonostante le rassicurazioni arrivate ieri da Tremonti, resta l’incognita «risorse».
 

La riforma dell’università è un treno che non va perso. Ne sono convinte sia la Crui sia la Confindustria che oggi, nel corso di un’audizione alla commissione Cultura della Camera, hanno espresso l’auspicio che il ddl venga approvato rapidamente. Una fretta non condivisa dal Pd per il quale, nonostante le rassicurazioni arrivate ieri da Tremonti, resta l’incognita «risorse».
«Questa riforma deve passare come è uscita dal Senato» ha spiegato al termine dell’audizione il vice presidente di Confindustria per l’Education Gianfelice Rocca per il quale il ddl va approvato in aula entro metà ottobre, prima della sessione di bilancio. Confindustria teme che il testo licenziato dal Senato possa essere «peggiorato» per rispondere a «prevedibili richieste di natura corporativa».
Anche la Conferenza dei rettori preme per una rapida approvazione del ddl. «Altrimenti – ha affermato il presidente della Crui, Enrico Decleva – c’è il rischio che il processo avviato si blocchi e ciò sarebbe negativo per tutto il sistema universitario». Sulla necessità di portare il ddl al traguardo è d’accordo anche il presidente del Cun, Andrea Lenzi, per il quale il nodo risorse resta tuttavia cruciale: «L’università vuole qualità ma per giudicare la qualità ci vogliono risorse. Il Fondo di finanziamento ordinario deve dunque essere almeno stabile».

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