“Non valutare e trattare tutti gli insegnanti allo stesso modo per me è un errore”. Così il premier Matteo Renzi, in un intervento alla trasmissione di Radio 1 “Radio anch’io, ieri, è tornato sul tema della valutazione e del premio al merito, elementi centrali del discusso DDL La Buona Scuola in approdo oggi alla Camera.
“Gli stipendi non si toccano, ma se ci sono soldi in più? devono andare a chi lo merita”, ha aggiunto Renzi, che poi fa autocritica e ammette: “Dovevamo spiegare meglio la Buona Scuola. Sono il primo a dirlo”.
Le assunzioni restano uno dei punti forti della riforma e il premier ha voluto ribadire l’impegno del suo governo a snellire la folla di precari e di aspiranti docenti in attesa di una cattedra (un popolo che il ministro Giannini stimava in circa 550 mila al momento del suo insediamento al dicastero di Via Trastevere): “In passato si è giocato troppo sulla pelle dei precari della scuola. Quelli delle Gae noi li assumiamo. Quelli che hanno fatto i corsi abilità ti dicono che vogliono entrare. Per queste persone noi pensiamo a una forma congressuale. Saranno 160 mila persone nei prossimi anni ad essere assunti. Centomila quest’anno e sessanta mila con i concorsi dei prossimi anni”.
Sull’ipotesi di un decreto legge ad hoc per l’assunzione dei precari stralciato da quello della riforma, il premier è irremovibile: “Sarebbe impossibile – ha spiegato – Assumiamo con un modello di scuola diverso: non esiste che dal ddl prendo le assunzioni e non cambio il modello scuola, perché diventerebbe un grande ammortizzatore sociale per i precari”.
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