Napolitano alla Luiss, ma senza parlare

napolitano_giorgio.jpgUn anno intero di celebrazioni e poi arriva il momento di tirare le somme. La Costituzione italiana ha compiuto 60 anni nel 2008 e con l’inizio del nuovo anno l’università di Roma Luiss ha voluto ricordarlo di nuovo con l’incontro “Uno sguardo verso il futuro” che si è tenuto nella sede di viale Pola. Al convegno ha presenziato il presidente della Repubblica Giorgio Naplitano, accolto dal presidente dell’ateneo Luca Cordero di Montezemolo.
“La Luiss sta dedicando sforzi e risorse alla costituzione di una classe dirigente moderna – ha sottolineato il presidente dell’ateneo – preparata e responsabile, con la finestra aperta sul mondo e sui grandi cambiamenti in atto. Mai come adesso – ha proseguito Montezemolo – l’Italia deve guardare al futuro, riscoprire il gusto della sfida, mettere la crescita al centro, attraverso un grande Progetto Paese che ponga obiettivi ambiziosi e condivisi. In questi 60 anni di storia i maggiori successi sono derivati dalla mobilitazione collettiva”.
La parola poi è passata ad un giovane docente, Gino Scaccia, che ha accennato alla necessità di modificare la seconda parte della carta costituzionale: “Difendere la Costituzione significa anche pensare alla sua manutenzione”. Argomento ripreso anche dal lungo discorso di Gianni Maria Flick, presidente della Corte Costituzionale. “La politica deve tornare a decidere, a stabilire principi senza limitarsi ad accertare l’esistente: un riequilibrio è necessario, un riequilibrio delle funzioni più e prima che dei diritti. La politica scelga i nuovi beni da proteggere e la giurisdizione darà tutela concreta a quei diritti”. Il presidente Flick ha anche fatto cenno a quanto sostenuto da Guido Carli, a cui è intitolata l’università Luiss: “La legge costituzionale non accenna a imprenditore, mercato, concorrenza ed economia”. E ha ricordato che lo stesso Carli sottolineava che però una carta economica era nata dall’accordo tra De Gasperi ed Einaudi, senza entrare nel testo costituzionale”. E in conlusione, un auspicio finale: “se nei rapporti tra popoli e culture preferisco i ponti ai muri, nel rapporto tra organi istituzionali preferisco i confini alle invasioni di campo: un rispetto reciproco, vorrei dire una sensibilità istituzionale, senza le quali una Costituzione né si può rileggere, né si potrebbe riscrivere”.
La sala gremita di studenti e docenti ha salutato in piedi l’uscita del presidente Giorgio Napolitano (così come aveva fatto al suo arrivo) e alla fine non ha nascosto la delusione per il mancato saluto/discorso della più alta carica dello stato.

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