“Un Paese non può dividersi sull’esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola. Oggi la riapertura della scuola è una prova per la Repubblica. Per tutti. Nessuno escluso”. Sergio Mattarella parla dalla festa per l’avvisio dell’anno scolastico in quella Vo‘ colpita per prima dalla pandemia. “La sscuola è una sfida decisiva per la società e ripartire da Vo‘ dà ancora più il senso di come questa sfida riguardi l‘intero Paese“, ricorda ai tanti ragazzi e ragazze che hanno partecipato all’evento.
“Tutti siamo responsabili, e dobbiamo sentirci tali nei confronti degli altri. Una prova di responsabilità è richiesta anche a voi, cari ragazzi, e sono certo che vi mostrerete all’altezza. Dai comportamenti di ciascuno dipende la sicurezza collettiva; quella dei vostri genitori, dei vostri nonni. Non c’è una responsabilità superiore che consenta di fare a meno di quella di ciascuno di noi. Dobbiamo andare avanti sapendo che sui sacrifici di oggi costruiamo il futuro”. Investire nella scuola è una priorità “a partire da un’adeguata programmazione del reclutamento del personale, da alcuni anni carente. Dobbiamo fare in modo che i migliori laureati abbiano come obiettivo l’insegnamento. Professione di valore e gratificante, che deve riscuotere il dovuto riconoscimento sociale“.

Il Presidente della Repubblica sottolinea, poi, come le categorie più colpite nel mondo scolastico sia i portatori di disabilità. “Per tanti di loro le rinunce hanno avuto un costo altissimo, a volte non sopportabile. E di queste sofferenze si son fatte carico le famiglie. Nella ripartenza della scuola l’attenzione a questi studenti dovrà essere inderogabile, a cominciare dall’assegnazione degli insegnanti di sostegno”. E ricorda gli studenti che non hanno avuto gli strumenti necessari per partecipare alle lezioni a distanza, “quelli che non avevano il computer a casa”. Bisogna “disporre della banda larga ovunque”. Poi spende parole di riconoscenza per i professori e i presidi, li ringrazia per la loro abnegazione. Cita la Costituzione: “L’articolo 34 esordisce con le parole ‘La scuola è aperta a tutti’, a significare che la scuola, inclusiva e democratica, deve accogliere i bambini e i ragazzi senza discriminazioni, ma anche che ogni cittadino deve sentirsi partecipe e impegnato nei confronti della scuola”.

Poi dedica un passaggio commosso al povero Willy, ucciso dai pugni dell‘odio a Colleferro: “Siamo sconvolti per la morte di Willy, pestato a morte per aver difeso un amico contro la violenza. Il suo volto sorridente resterà come un’icona di amicizia e di solidarietà, che richiama i compiti educativi e formativi della scuola e dell’intera nostra comunità. In coerenza con questi valori occorre spiegare il massimo impegno per contrastare chi pratica una violenza vile e brutale che più volte si è manifestata anche nei giorni scorsi. Chi la predica o la eccita nei social“. Ed usa le parole di una giovane studentessa per dare un messaggio di fiducia: “Mi ha scritto un’altra ragazza, di terza media, di Amelia: “Questo tsunami che si è abbattuto su di noi ad un tratto ci ha reso vulnerabili e fragili, ma nello stesso tempo grandi e responsabili”.