Anche la scuola è chiamata a fare sacrifici con la prossima manovra, perché ci saranno quasi 8 mila lavoratori in meno nelle aule, nei corridoi e nelle segreterie degli istituti. Una riduzione di personale che riguarderà oltre 5mila insegnanti e più di 2mila tra amministrativi e ausiliari a partire dal prossimo anno scolastico.
I tagli, dunque, colpiranno docenti e collaboratori e saranno effettuati riducendo del 25 per cento il turn-over, cioè il ricambio del personale. Preoccupati i sindacati, pronti a scioperare a fine mese, per le ricadute della sforbiciata, che potrebbe avere conseguenze sul potenziamento della didattica.
C’è da dire che il numero degli studenti è in costante diminuzione da diversi anni e si prevede che, per effetto del calo delle nascite, scenderà ancora in futuro, con 1,4 milioni di alunni in meno nel 2032.
Il ministero parla di “misura transitoria”
Il ministero dell’Istruzione ha poi fatto sapere che si tratta di una “misura transitoria”, lasciando intendere che in futuro i posti persi saranno ripristinati. Se ne saprà di più durante la discussione della manovra in Parlamento ma è chiaro che la stretta fa parte della più ampia cura dimagrante chiesta ai ministeri (spesa -5%) e al freno alle assunzioni (in sostituzione di chi va in pensione) che tocca tutta la pubblica amministrazione.
A fare da contraltare, i soldi assegnati alla Scuola per la stabilizzazione dei professori di sostegno (25 milioni nel 2025 e 75 nel 2026), quelli per l’aumento degli stipendi con i rinnovi contrattali e per estendere ai precari il bonus da 500 euro (Carta del Docente) per l’aggiornamento professionale (60 milioni).
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