Il ministero dell’Istruzione e del Merito comunica che l’asterisco e lo schwa sono banditi dalle comunicazioni ufficiali dove invece vanno rispettate le regole della lingua italiana. Nella circolare, inviata a tutte le scuole, si ricorda che l’uso “l’uso di segni grafici non conformi, come l’asterisco (*) e lo schwa (ə), è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”.
Il ministero: “Con quei simboli comunicazione meno efficace”
Il ministero sottolinea che “l’Accademia della Crusca ha infatti più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi. L’uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno comprensibile e meno efficace”. Vengono quindi invitate “tutte le istituzioni scolastiche a mantenere l’uso di un linguaggio corretto e accessibile, nel rispetto delle norme linguistiche vigenti”.
Vera Gheno: “Circolare inutile”
Non è d’accordo con Viale Trastevere Vera Gheno la linguista e saggista, sostenitrice dell’uso dello schwa (ə): “La circolare del ministero è totalmente inutile. La questione centrale di questi usi è il contesto. È chiaro che fa differenza adoperare asterischi e schwa se si sta parlando di un contesto informale o in quello istituzionale. Le sperimentazioni linguistiche non ci dovrebbero stare in quest’ultimi. Ma facciamo una simulazione: se, invece, di asterischi il ministero si fosse occupato di emoticon quale sarebbe stata la reazione? Si sarebbe detto è ovvio. Funziona allo stesso modo. Non ha senso porsi la questione, si tratta di un distrattore. Penso piuttosto che servirebbe una bella revisione del burocratese nelle comunicazioni ufficiali”.
La risposta dei sindacati su asterisco e schwa
Ivana Barbacci: “La circolare a firma del capo dipartimento sulla necessità di chiarire l’uso del simbolo grafico * o dello schwa nelle comunicazioni istituzionali appare, più che una notizia, un’istanza di scarsissimo interesse pubblico; preme piuttosto sottolineare come siano invece importanti, da parte del ministero altri tipi di supporto e sostegno da rivolgere alle scuole che da troppo tempo operano in condizioni di forte difficoltà operativa ed organizzativa di fronte ai tanti adempimenti che vengono richiesti in assenza di un reale e fattivo supporto e sostegno”.
Per Giuseppe D’Aprile, Uil Scuola: “Le vere emergenze della scuola sono l’abbandono, la sicurezza degli edifici, i tagli operati per tutto il personale, il sovraffollamento delle classi, il precariato, che non ha eguali in nessun altro settore del pubblico impiego e un sistema di reclutamento fallimentare. Ci stupisce che, di fronte a sfide così urgenti, l’attenzione del ministro si concentri esageratamente su aspetti sicuramente importanti a livello grammaticale ma poco rilevanti per il futuro della scuola”.
Mentre Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Flc Cgil, afferma: “Tutto serve per non affrontare i problemi di chi lavora e di chi studia nella scuola. I precari, docenti e Ata, si aspettano un piano di stabilizzazioni, oltre un milione di insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario stanno ancora attendendo le risorse per adeguare gli stipendi all’inflazione e gli studenti italiani attendono scuole a norma e investimenti. Valditara dopo essersi impegnato su asterischi e dinosauri magari può provare a risolvere i problemi e non ad aggravarli”.
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