Sono passati cinque anni dall’approvazione della legge che istituisce il 10 febbraio come “Giorno del ricordo” in memorie delle vittime delle foibe. E ogni anno questa data è l’occasione per riaccendere polemiche mai spente. Lo sanno fare ad arte i gruppi universitari delle fazioni più estreme.
Da parte degli studenti il ricordo è iniziato già la scorsa settimana con la manifestazione “Profumo d’Italia” organizzata dalla Consulta provinciale di Roma, a cui ha partecipato anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni. Ed è andato avanti fino ad oggi, con un ricco calendario di appuntamenti in molti atenei italiani.
Ma il Blocco studentesco resta sbigottito per una controiniziativa lanciata da alcuni studenti. “È una vergogna – ha dichiarato Noah Mancini del gruppo di estrema destra -. Ora abbiamo la prova concreta che a sinistra c’è ancora chi ha il coraggio di negare le Foibe o peggio, di trasformare i torturatori in liberatori”. Qualcuno infatti ha deciso di ricordare proprio oggi i partigiani jugoslavi, con un omaggio floreale che sarà deposto oggi alle 15 al monumento a loro dedicato nel cimitero di Prima Porta. L’idea è degli studenti universitari di quattro collettivi, Resistenza universitaria de La Sapienza, Militant, Collettivi universitari Roma3 e il Collettivo Lavori in corso dell’Università di Tor Vergata. L’iniziativa si inserisce nel programma della “Settimana antirevisionista” iniziata ieri con la presentazione del libro “Foibe, revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica”.
Dopo la deposizione della corona, il programma continuerà domani con un convegno presso l’aula grande di Storia, alla facoltà di Lettere de La Sapienza a cui interverranno, tra gli altri, lo storico Nicola Tranfaglia e Bianca Bracci Torsi dell’Anpi. Titolo del convegno: “Noi ricordiamo tutto”, inizio alle 16.
“Nella Giornata del ricordo c’è chi vuole compiere un’operazione revisionista perché, oltre agli italiani morti, bisognerebbe ricordare anche gli sloveni infoibati dai fascisti – ha detto uno studente del Collettivo Lavori in corso – l’esercito di Tito si era liberato dai nazifascismi ed è stato un atto di Resistenza. Negarlo è come rinnegare la Resistenza che c’è stata in Italia”.
E la risposta non si fa attendere. “Hanno chiamato la loro iniziativa – ha detto Mancini del Blocco Studentesco – ‘settimana antirevisionista’. Omaggiare i partigiani di Tito il 10 febbraio, giorno del ricordo dei martiri delle Foibe, è una provocazione e un insulto ai 20mila italiani infoibati e i 350mila esuli”.
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